Via delle Cerchia, come Porta all’Arco, nasce dall’antica cinta muraria che scorreva sul lato destro della strada, di cui oggi non sono evidenti i resti. In passato, la via era più comunemente detta “via dell’Ellera” o “della Lellera”.
Via delle Cerchia congiunge Porta all’arco con l’arco di Santa Lucia (il prato di Sant’Agostino con Pian dei Mantellini). Via delle Cerchia (come Porta all’Arco) deve il suo nome proprio all’antica cinta muraria che scorreva sul lato destro della strada, procedendo dal prato di Sant’Agostino, di cui oggi non sono evidenti i resti solo perché, una volta dismesse, le mura furono usate come base di appoggio dei fabbricati.
Si tratta perciò di una strada creata, come anche via di Sant’Agata che ne è la sua prosecuzione, riempiendo il fossato che originariamente era stato scavato fuori delle mura, poi ampliata e raddrizzata alla fine del Duecento. La denominazione non è particolarmente antica, non essendo documentata fino alla trecentesca cronaca di Agnolo di Tura del Grasso, il quale parla di una “strada de le cerchie“.
In passato era detta, più frequentemente, via dell’Ellera o della Lellera, nome con cui è indicata sia nel bando emesso nel 1730 dalla principessa Violante Beatrice di Baviera per fissare i confini delle Contrade, sia nello stradario del 1789. Con questa voce, tipicamente toscana, si definiva l’edera che probabilmente si arrampicava rigogliosa sopra le mura, lasciando nel popolo il ricordo della sua folta presenza lungo la strada. Girolamo Macchi informa che circa a metà della strada “c’era una lelleraia lì vicino alla gavina“. La cavina, peraltro, è ancora ben visibile come lo è la targa comunale datata 1618 che ordina di non gettare immondizie nel canale, comminando pene pecuniarie severe per i trasgressori.
Maura Martellucci
Roberto Cresti