Via delle Lombarde unisce via delle Pietre, tramite una ripida salita, con il Casato di Sopra.
La prostituzione, lo sappiamo, era un mestiere come un altro nel medioevo e le prostitute come altre professioni pagavano regolari tasse al comune. Un esempio: il fortino delle donne che troviamo in Via Biagio di Monluc (che prende il nome dal comandante francese che, nel 1554-1555 guidò il contingente inviato dal re di Francia in aiuto di Siena assediata), a poche decine di metri da Porta Camollia, si chiama così perché venne finanziata proprio con i proventi derivanti dalle tasse che pagavano, per esercitare il loro mestiere, le “donne di partito”.
La presenza di meretrici in città caratterizzava anche toponomastica cittadina. Esistevano, infatti, una serie di strade che prendevano il nome dalle prostitute senesi esercitavano la professione. Una di queste è Via delle Lombarde, il secondo vicolo che incontriamo sulla destra scendendo Via del Casato di Sopra, in direzione di piazza del Campo.
A questo proposito si legge nel repertorio toponomastico di Bernardino Fantastici: “Il chiasso delle Lombarde (è) così nominato per essere destinato al Postibolo delle pubbliche meretrici”. Il termine “lombarda”, del resto, designava la prostituta nel linguaggio di più di una città dell’Italia centro—settentrionale. Non necessariamente perché le donne nate in Lombardia fossero di facili costumi, ma, molto più probabilmente, perché un documentato flusso di prostitute proveniva effettivamente da quell’area dell’Italia settentrionale che era definita genericamente “Lombardia” ma che comprendeva, in realtà, la Lombardia vera e propria, il Veneto, il Friuli, il Piemonte e la regione fino a sotto il Montecenerino, di confine con l’attuale Svizzera.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti