Spesso confusa con la più antica fonte di Malizia, la fonte cosiddetta Fontegiusta si ubicava nel vicolo del Re, oggi chiuso.
Via di Fontegiusta parte da via Camollia e incrocia il vicolo di Malizia portando alla chiesa di Santa Maria in Portico a Fontegiusta, a cui si aggiunse, poi, l’appellativo “delle Grazie” dopo la vittoriosa battaglia di Camollia. L’edificio religioso venne costruito sopra l’antica Porta di Pescaia, che il Comune di Siena aveva serrato nel 1369. L’accesso, dotato di un portico per il pagamento della gabella, era adornato da un tabernacolo trecentesco raffigurante la “Madonna con il Bambino fra i Santi Paolo e Bartolomeo”, probabile opera di Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero, il culto per il quale cominciò a diffondersi tra il 1430 ed il 1434, grazie al cavaliere fiorentino Giovanni di Rinaldo Gianfigliazzi, il quale era stato aggredito nei pressi della porta ed attribuiva il suo miracoloso salvataggio all’intervento della Madonna detta di Fontegiusta.
L’iniziativa del cavaliere fiorentino, morto nel 1439, fu proseguita dai confratelli della “Compagnia Minore della Vergine”, che possedeva un ospizio vicino alla porta e che decise di erigere un piccolo oratorio a protezione dell’affresco; dopo la battaglia del 4 settembre 1479, vinta dai senesi contro i fiorentini a Poggio Imperiale, il Consiglio Generale, in segno di riconoscenza verso la Madonna, provvide all’ampliamento della chiesa, iniziando i lavori nel 1482 e terminandoli due anni dopo.
Nel 1589 per facilitare l’accesso ai devoti alla chiesa, data la ristrettezza geografica in cui si trovava la Chiesa, la Confraternita acquistò le case vicine e fece costruire una strada in cima alla quale venne edificato un arco con una scritta: “Mater inexhausto pietatis Fonte redundant/Iusta illi soboles hic nominem locat”. L’ingresso alla chiesa, dunque, fu garantito dalla strada che da Camollia conduceva alla vecchia porta, l’attuale Via di Fontegiusta, toponimo che ricorda una fonte realizzata probabilmente nella seconda metà del Trecento e di cui si parla a partire dal secolo successivo, detta appunto Fontegiusta.
Spesso confusa con la più antica fonte di Malizia, Fontegiusta si ubicava nel vicolo del Re, oggi chiuso, che univa Via Camollia proprio con Via di Fontegiusta. Il rialzamento del livello stradale operato a seguito della costruzione della chiesa di Santa Maria in Portico fece sì che la fonte finisse sotto allo stesso, tanto che per permettere agli abitanti del rione di attingere comunque l’acqua, si realizzò una lunga scala che dopo aver costeggiato il Vicolo di Malizia giungeva alla vasca. Alla fine del Settecento, però, stante la difficoltà a raggiungerla e considerando che la scala s’interrava in continuazione, fu praticato un foro sulla volta della fonte, riducendola in pratica ad un pozzo da cui era possibile prelevare l’acqua affacciandosi ad una piccola finestra con “uscietto” esistente nel vicolo del Re. Ai primi dell’Ottocento, infine, dopo aver constatato che la scala che aveva permesso l’accesso a Fontegiusta era ormai inutilizzabile, la stessa fu trasformata in un ingresso al Bottino maestro di Fonte Gaia, ancor oggi esistente in fondo al Vicolo di Malizia.
Maura Martellucci
Roberto Cresti