Via Franciosa porta da piazza San Giovanni alla piazzetta della Selva. All’origine del nome di via Franciosa hanno dato varie spiegazioni. Secondo l’ipotesi più ricorrente, è legato all’esistenza di case di tolleranza che si trovavano anche in questa zona fin dal XIV secolo. Agnolo di Tura del Grasso scrive infatti che nel 1338 “El Comuno (…) teneva le meretrici presso a la porta di Vallepiatta” e qui pagava “la pigione di più case” dove “le dette meretrici stavano”. Seguendo questa teoria via Franciosa, anche oggi parallela a via di Vallepiatta, potrebbe aver preso il nome dal cosiddetto “malfrancioso” o “malfrancese“, termini con i quali si indicavano malattie veneree quali la sifilide.
L’origine storica del male è tuttora discussa ma la tesi più accreditata vuole che la malattia sia stata importata con uno dei viaggi di Colombo dall’America.
In Europa la sifilide venne osservata per la prima volta nel 1495 a Napoli durante il periodo di occupazione francese: fu chiamata morbo gallico poiché si ritenne che ne fossero affetti soldati dell’esercito di Carlo VIII. Diffusasi rapidamente in Europa, in Francia veniva invece chiamata “mal de Naples” testimoniando così la pluralità dei focolai. Questo morbo colpì duramente anche Siena diffondendosi in maniera rapida e rivelandosi altamente contagioso e incurabile. Nel corso del Cinquecento il “mal francese” era diffuso persino nel vicino ospedale di Santa Maria della Scala, al quale si accedeva anche da Vallepiatta.
Una seconda spiegazione etimologica di via Franciosa si fonda sull’idea che si trovassero in questa strada fondachi di mercanti francesi, chiamati a Siena “franciosi“. L’esistenza, non tanto di botteghe gestite da mercanti francesi quanto, piuttosto, la presenza di magazzini che raccoglievano i panni non prodotti nello Stato Senese, i cosiddetti “franceschi” oppure “franciosi”, potrebbe in qualche modo legarsi alla richiesta, effettuata dall’Arte della Lana nel 1317, di costruire fuori della porta di Vallepiatta una serie di tiratoi che costituirono, di fatto, l’unica attività produttiva della zona. La porta di Vallepiatta, o dei Canonici, di cui oggi non resta alcuna testimonianza, si trovava probabilmente non lontano dalla chiesa di San Sebastiano.
Di fatto di una “contrada di Francia” parlano diversi documenti tra Due e Trecento collocandola più o meno dietro l’ospedale. La via Franciosa quindi potrebbe essere stata proprio la strada che da Vallepiatta conduceva alla contrada di Francia. Presenza di mercanti o filati transalpini direi ipotesi più attendibile per spiegare tale nome. Priva di fondamento appare, invece, l’ipotesi avanzata da Girolamo Macchi per il quale Via Franciosa venne chiamata così perché prima della lastricatura la strada era sempre piena di pozzanghere e quindi “fradicia” o “fradiciosa”.
Maura Martellucci
Roberto Cresti