Via Rinaldini, popolarmente detta Chiasso Largo, da Banchi di Sotto porta in Piazza del Campo, offrendoci lo scorcio più suggestivo della Torre del Mangia.
Via Rinaldini trae il nome dalla famiglia Mezalombardi Rinaldini che qui aveva il proprio palazzo almeno dalla prima metà del Duecento fino al Cinquecento, quando le loro proprietà passarono prima alla famiglia Cennini, e poi, nel secolo successivo, furono acquistate da Ansano Zondadari.
Oltre a prendere il nome dalla famiglia che qui aveva i casamenti ed anche una torre, in passato il vicolo dei Rinaldini era noto anche come “chiasso dei Setaioli”. Lo troviamo con questa denominazione, ad esempio, nel 1464, quando Giacomo ed Andrea Piccolomini, nipoti di papa Pio II, chiesero agli ufficiali dell’Ornato di poter occupare “dieci braccia della selice del Campo dal canto del chiasso dei Setaioli […] e andare verso Porrione a filo”, perché altrimenti il palazzo che volevano costruire sarebbe riuscito “sghembo e torto” (richiesta che fu approvata dal Consiglio Generale).
La presenza in questa strada di botteghe dell’Arte della Seta risale almeno ai primi del Trecento: la Tavola delle Possessioni, infatti, registra alcune apoteche di proprietà di vari membri della famiglia Ugurgeri poste nel chiasso dei Rinaldini, tra cui una del valore di ben 1.200 lire che un tal Bindo di Raniero ha affittato ai Setaioli.
Con ogni probabilità il chiasso era allora molto più angusto ma, a seguito dei numerosi lavori che hanno interessato nei secoli questa zona, dall’edificazione del palazzo Piccolomini all’abbattimento della torre dei Troni (di proprietà dei Mezzolombardi Rinaldini, appunto), passando per la costruzione del palazzo Chigi-Zondadari, il vicolo è diventato più spazioso, tanto da meritare l’appellativo popolare di “Chiasso Largo”, come lo chiama già lo stradario del 1789.
di Maura Martellucci e Roberto Cresti