Via San Martino unisce via del Porrione con via San Girolamo. Con lo stradario del 1931, oltrepassato vicolo Magalotti, il Porrione assume il nome di via San Martino, il cui lato destro, venendo dal Campo, ricade nel territorio della Torre, mentre l’altra parte fu assegnata dal Bando di Violante alla contrada del Leocorno, così come la chiesa dedicata al vescovo di Tours da cui prende spunto la denominazione della strada; chiesa che di solito viene attribuita, in modo del tutto erroneo, all’VIII secolo, ma che in verità è attestata solo a partire dall’XI come cardinale, poi assurta al rango di parrocchia in quello successivo.
Nel medioevo questo tratto di strada si chiamava via di Cartagine, toponimo rintracciabile già prima della metà del Duecento, quando identifica una contrada e lira della città. Il nome, invero piuttosto misterioso e di derivazione etimologica affatto scontata, potrebbe provenire dal termine tardo latino “chartarius“, il quale indicava sia il produttore che il rivenditore della carta, anche se in età medievale il cartaio era soprattutto un libraio, oppure dall’aggettivo “chartaceus“, che significa fatto di carta, cartaceo. In entrambi i casi, si tratterebbe nuovamente della corruzione effettuata su un termine tardo latino di difficile articolazione vocale, soprattutto per il vulgo.
In questa strada (come nel Porrione) avevano la propria bottega diversi pizzicaioli, i quali non vendevano solo insaccati e “cose ghiotte“, per dirla con il Benvoglienti, ma piuttosto dei commercianti al dettaglio su larga scala che trafficavano indifferentemente in spezie, cere, colori, pergamene, carta, e costituivano una delle Arti maggiori della città, che peraltro tra il 1327 ed il 1347 ebbe la propria sede nella vicina Val di Montone, quando chiese di potersi spostare in un luogo più isolato, proponendo la valle di Follonica. Alla luce di quest’osservazione, la provenienza del toponimo Cartagine dai produttori e rivenditori di carte e pergamene che avevano bottega nell’attuale via San Martino sembra plausibile.
Maura Martellucci
Roberto Cresti
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