“L’obiettivo del progetto, fin da subito, è stato quello di collaborare con la Biblioteca e l’Archivio di Stato. In questo modo abbiamo potuto digitalizzare una grande quantità di canti conservati in manoscritti e frammenti”. A parlare è Matteo Passerelli, uno degli assegnisti del progetto Rammses (Realtà aumentata del medioevo musicale a Siena e nel senese”, ndr.). Il progetto, i cui risultati sono stati presentati ieri nella cornice della biblioteca comunale degli Intronati, è stata promossa dal Dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne dell’Università di Siena in partnership con il Dipartimento di Scienze politiche e cognitive, la Biblioteca comunale degli Intronati, l’Archivio di Stato di Siena, l’ente di ricerca sul Medioevo latino Sismel e l’azienda informatica Aidilab, con il sostegno della Fondazione Monte dei Paschi e la collaborazione dell’Arcidiocesi di Siena.
“In questo modo – spiega ancora Passerelli – abbiamo potuto creare una piattaforma per poter studiare i canti, tutti compresi nell’area senese tra l’XI ed il XIII secolo. Questi canti, peraltro, sono stati anche registrati grazie al Coro della Cattedrale di Siena e sono visualizzabili e ascoltabili sulla web app”.
“Il progetto ha dato corpo e vita alle antiche musiche dei manoscritti medievali – dice invece don Enrico Grassini – conservati nella nostra bellissima biblioteca comunale degli Intronati”. “La Chiesa di Siena – prosegue – ha un patrimonio enorme di fonti liturgiche medievali che meritano di essere studiate integralmente. L’Arcidiocesi di Siena non solo ha accolto la proposta ma l’ha anche sponsorizzata, dando corpo agli studi, facendo realizzare le musiche dal Coro della Cattedrale, il coro Guido Saracini”. “Ascoltare musiche risalenti a 800 o addirittura 900 anni fa è commovente” conclude don Enrico Grassini.
Emanuele Giorgi