Vicolo del Rustichetto unisce via Montanini con via Pianigiani e piazza della Posta (ops: piazza Matteotti).
La denominazione di via del Rustichetto è stata spesso equivocata: diversi autori, infatti, hanno ritenuto che Rustichetto fosse uno dei tanti capifamiglia della variegata consorteria dei Malavolti, e che anche in fondo a questa strada fosse un altro ingresso al loro castellare, testimoniato dall’esistenza di una “porta Rustichetti” nei documenti duecenteschi. Le cose non stanno così: i Rustichetti furono una casata autonoma rispetto ai Malavolti, come attestato da svariate fonti. Solo a titolo esemplificativo basterà pensare al fatto che il popolo di Sant’Egidio, antica chiesa che sorgeva nell’odierna Piazza Matteotti, si suddivideva in due Lire: Sant’Egidio ai Malavolti e, appunto, Sant’Egidio ai Rustichetti. Il capostipite di questa consorteria fu probabilmente un tal Giacomo, dato che il Costituto del 1262 parla di una “domo filiorum Iacobi Rustichetti“, dalla quale partiva una via che arrivava fino ai terreni dei Frati Predicatori. Questa strada, che lo Statuto dei Viari prevedeva di migliorare e selciare è, probabilmente, l’odierna via del Paradiso, che da Piazza Matteotti conduce in Piazza San Domenico, ciò che fa pensare che il palazzo dei Rustichetti potesse localizzarsi di fronte al castellare dei Malavolti, e dunque sempre tra le odierne Piazza Matteotti e via Pianigiani.
Anche per ciò che concerne la porta Rustichetti, è stata fatta confusione: lungi dall’essere in fondo all’omonimo vicolo, rivolta verso via dei Montanini, e d’accesso al castellare dei Malavolti, la porta, già esistente intorno al 1230, doveva ubicarsi tra Piazza Matteotti e via della Sapienza, ossia sul retro dei casamenti della famiglia, tant’è che proprio in quegli anni fu fortificato il “muro post domum Iacobi Rustichetti“. Confusa con la vicina porta di Camporegio dal Lusini, nel 1274 fu dotata anche di un ponte che, probabilmente, doveva scavalcare il notevole dislivello tra il poggio Malavolti e via della Sapienza; l’attuale quota di Piazza Matteotti è stata, infatti, sbassata tra il XIX e XX secolo e la testimonianza visibile di ciò è l’oratorio della Contrada del Drago, cui adesso si accede solo grazie ad una lunga scalinata.
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