Cultura

Vicolo Magalotti: una famiglia fiesolana lascia tracce a Siena

Vicolo Magalotti unisce via di Pantaneto con il Porrione. Il nome è antichissimo ed è attestato sin dalla metà del Duecento specie come “contrata cantum Magalocti“. Tale denominazione la troviamo, poi, sia nel Campione del 1789 che nello stradario del 1871 prima come chiasso/costa Magalotti e poi come vicolo Magalotti. Nella veduta di Siena redatta da Francesco Vanni a fine Cinquecento si può notare che il vicolo originariamente era più ampio dell’attuale, specie nella parte terminale verso Pantaneto. La configurazione odierna la assunse alla fine del ‘700. Nel febbraio 1794, infatti, monsignor Fabio de’ Vecchi, proprietario del bellissimo palazzo all’angolo tra il vicolo e Pantaneto, chiese l’occupazione di suolo pubblico per “ingrossare una facciata del suo Palazzo lungo la Via Magalotti“, permesso che gli fu concesso dal Magistrato Civico Comunicativo con rescritto del 18 marzo 1794.

Quasi nulla sappiamo dei Magalotti che vissero a Siena. Probabilmente erano un ramo della ben nota famiglia Magalotti che, originaria di Fiesole, è citata nelle “Storie Fiorentine” di Ricordano Malaspini fra quelle dimoranti a Firenze già nel 1020. Di parte guelfa, partecipò attivamente al governo della Repubblica fiorentina fin dal 1283 con numerosi priori e tre gonfalonieri di giustizia (Cione nel 1303, Filippo nel 1349 e Giovanni di Francesco nel 1377). Un importante ruolo politico ebbe nel periodo repubblicano Filippo di Filippo di Cione, podestà di Ascoli, Città di Castello e Perugia, capitano di Todi, governatore di Piombino, ambasciatore nel 1397 e nel 1400 presso la Repubblica di Venezia, nel 1399 presso il papa e re Ladislao, e uno dei Commissari nell’esercito contro i Pisani nel 1404. Impegnati in attività commerciali, i Magalotti riuscirono a costituire un ingente patrimonio ed instaurare legami di parentela con alcune fra le più importanti casate fiorentine, quali i Serristori, i Borghini, i Mannelli, i Rucellai, i Capponi, i Rinuccini, i da Barberino, i Venturi. La famiglia mantenne un’attiva partecipazione al governo della cosa pubblica anche sotto i Medici. Anche a Firenze, infatti, esiste ancora oggi un via de’ Magalotti, in prossimità della quale la famiglia possedeva case, torri e loggia già in epoca medievale.

di Maura Martellucci e Roberto Cresti

Tilde Randazzo

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