
“È un insieme di prose brevi, poesie e raccontini… c’è un po’ di tutto. Mi piaceva il titolo Giocoforza perché è breve, una parola sola, ma molto significativa. È una locuzione che, tra l’altro, in Toscana si usa ancora abbastanza. Racchiude sia l’idea del gioco, sia quella della necessità: ciò che accade perché non si può fare altrimenti. Fare qualcosa “giocoforza”, appunto, è fare ciò che è necessario”, dice Lucia Manetti, l’autrice che oggi ha presentato, al Museo diocesano d’Arte sacra, il suo libro Giocoforza. L’iniziativa è avvenuta nell’ambito del progetto “Vis-à-Vis” Parole, ideato da Fondazione Musei Senesi, che pone in dialogo gli scrigni del nostro territorio con le penne più interessanti del contemporaneo. Nata a Siena nel 1992, Lucia Manetti è oggi direttrice marketing e autrice con base a Torino. Attiva nell’industria del software dal 2016, ha collaborato con diverse realtà internazionali. Dal 2015 al 2018 ha contribuito al periodico Hestetika. Laureata in Beni Culturali e diplomata in Concept art per videogiochi, Manetti unisce una formazione umanistica, artistica ed economica. A dialogare con l’autrice Marco Villa, ricercatore in Letteratura italiana contemporanea all’Università di Siena, e Valerio Massaroni, direttore di Edizioni CentroScritture. Secondo quest’ultimo Giocoforza “è una raccolta” che ha “valore: è diversa, complessa, articolata, piena di elementi eterogenei. Ricca e stimolante. In breve… basta questo”.