Cresce la voglia di ripartire, di tornare a una sorta di “ordinarietà” che abbandoni, almeno parzialmente, un regime di quotidianità al quale non riusciamo proprio ad abituarci.
Molti giorni sono passati dalle prime rigide regole di distanziamento, giorni vissuti in maniera diversa per ognuno di noi, in una cornice apparentemente uguale, attraverso, invece, una soggettività emozionale, sanitaria e anche economica spesso lontanissime e divergenti.
In questa lunghissima e difficile traversata, non ancora giunta a destinazione, credo che abbiamo imparato molto tutti, indistintamente.
Adesso ci unisce lo slancio verso un nuovo inizio. Siamo consapevoli che per la ripartenza economica si prospetta un gran numero di elementi decisivi che si intersecano con aspetti di ulteriori ambiti, tanto da vedere in campo nazionale ben 15 task force con più di 450 esperti e 30 tavoli locali con altri 400 componenti.
La “fase due” dovrebbe avvalersi di una strategia di contenimento mirato, con la possibilità di riprendere le attività produttive secondo una gradualità che ci verrà indicata a breve, e con il comune denominatore di tracciare gli spostamenti e di individuare in tempo reale l’origine di un qualsiasi anche ridottissimo focolaio, per intervenire rapidamente. In ballo c’è l’evoluzione della curva epidemica e l’incubo di azzerare l’esito finora prodotto, quindi, c’è da aspettarsi un monitoraggio ferreo e da non escludere di nuovo chiusure, necessarie all’occorrenza.
Intanto Confindustria nel suo secondo sondaggio del 4 aprile scorso, effettuato su un campione di 4.420 imprese italiane, pubblica i dati inequivocabili dell’impatto emergenza virus: 43,7% di imprese con gravi problemi contro il 14,4% della precedente indagine; ammortizzatori sociali per il 53,1% dei dipendenti e un numero illeggibile di imprenditori che “si sentono disarmati”: 78,2%. Quest’ultimo numero apre un interrogativo enorme sulle strategie da mettere in atto per superare la crisi.
Le preoccupazioni maggiori per chi riaprirà fabbriche e attività commerciali rimangono la liquidità e il pagamento delle tasse. Sulla liquidità è stata stimata una platea di 2,5 milioni di beneficiari per i prestiti da 25.000 euro garantiti dallo Stato e messi a punto i portali per le procedure; dobbiamo, però, vedere se funzioneranno senza intoppi e i tempi di erogazione effettivi. Rimane aperto il tema dei prestiti al di sotto dei 25.000 euro e delle sospensioni dei finanziamenti per i quali conciliare flessibilità e rischio da parte delle banche.
Per le tasse, invece, si parla di una sospensione senza penalità fino al 30 luglio; chiaramente non è sufficiente, perché i tempi di ripartenza sono più lunghi, per cui gli esperti delle task force studino come portarla almeno fino alla fine dell’anno, tenendo conto anche del mancato incasso dei Comuni, senza far gravare il danno erariale su questi ultimi.
L’ultimo Bollettino della Banca d’Italia pubblicato il 17 aprile, come vi avevo anticipato, non ha una previsione numerica in ragione di anno del PIL; indica una flessione del 5% nel primo trimestre 2020, l’attesa sul PIL in contrazione nel secondo e un presumibile recupero nel terzo, anche sostenuto. Atteggiamento cauto e prudenziale che denota un governo dei numeri complesso.
Tuttavia, su un aspetto il Bollettino è assolutamente chiaro: la ripresa dipenderà da molti fattori, ma quello più determinante sarà, senza alcun dubbio, l’efficacia delle politiche economiche, fiscali, monetarie attuate a livello europeo e a livello internazionale, soprattutto in relazione alla loro capacità di compensare la riduzione dei redditi e di contrapporsi alle tensioni finanziarie e al peggioramento dell’incertezza, nonché di sostenere la domanda aggregata.
Nell’attesa di tali decisioni non perdiamo la voglia di ripartire e di immaginare.
Forse all’inizio i tanti plexiglass che intravediamo non ci avvicinano per niente, ma a distanza tutto cambierà.
Non avevamo messo in conto mascherine, app per spostamenti, autocertificazioni e il dolore di questa terribile malattia, quel dolore che è restato avvolto nella solitudine di molte stanze e che per alcuni, mentre sto scrivendo, lascia ancora il posto al ricordo nel cuore per amici, conoscenti e familiari perduti.
A distanza tutto cambierà, ma ci saremo!
Maria Luisa Visione