“Una tassa iniqua, che rischia di deprimere l’economia turistica del territorio, e che va compensata con l’istituzione nei Comuni dove verrà applicata, con un fondo specifico destinato all’economia, finalizzando l’imposta allo sviluppo promozionale del territorio”.
Questa la posizione delle associazioni di categoria della provincia di Siena, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Federalberghi, Coldiretti, Terra Nostra, Agriturist – Confagricoltura, presentata durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina 23 gennaio presso la sala conferenze della Camera di Commercio a Siena. Presenti, Alessandro Pescini presidente Sindacato Albergatori Confcommercio Siena, Maurizio Cipriani, presidente Asshotel Sindacato Strutture Ricettive Confesercenti Siena, Federigo Sani per la Sezione Turismo Confindustria Siena, Serena Bianciardi in rappresentanza del presidente di Federalberghi Siena, Marco Bianciardi, Massimiliano Volpone, direttore Coldiretti Siena, Alessandro Cinughi de Pazzi, presidente Confagricoltura Siena.
Le amministrazioni che hanno fatto la scelta di introdurre la tassa di soggiorno sostengono che ciò andrà a favore dei cittadini, rendendo possibile non aumentare i costi dei servizi e del sociale in genere. L’alternativa sarebbe stata il taglio su sociale, trasporti ecc.. – fanno notare le associazioni – E’ importante però fare attenzione alla crisi che può colpire il mondo del turismo e, di conseguenza, a caduta, sul territorio”.
“L’istituzione della tassa di soggiorno, infatti, avviene in un momento di forte crisi per le aziende del turismo, le quali, negli ultimi anni, hanno visto ridurre notevolmente i margini subendo un aumento dei costi a tutti i livelli, anche quelli legati alla fiscalità municipale, ICI e TIA per fare alcuni esempi. Se il turismo e le aziende turistiche entrano in crisi, per effetto della tassa di soggiorno, come di altre problematiche, si andrà a colpire un settore che può fare sviluppo, con effetti negativi per il territorio e per tutti i cittadini”.
Il turismo in provincia di Siena
Un settore a forte densità di impiego di manodopera, composto da aziende piccole o piccolissime che trattengono sul territorio l’intera produzione, moltiplicando ulteriormente la crescita economica. Dal 2002 si è assistito alla sistematica contrazione della disponibilità alla spesa dei clienti, che si è ulteriormente aggravata a partire dal 2008, portando la contrazione di oltre un terzo del ricavo medio per presenza, pur rimanendo invariati, se non leggermente incrementati, i numeri relativi alle presenze. Le imprese turistiche del territorio, pur conservando tutti i costi di produzione inalterati e comunque in crescita, hanno visto scomparire oltre un terzo del fatturato. Nessuna azienda del nostro settore marginalizza più del 15-18% del fatturato, si è avviato dunque un costante ed inesorabile processo di razionalizzazione dei costi che hanno colpito i nuovi investimenti, la promozione, il rinnovamento, la ricerca, la manodopera, i fornitori.
“Di recente – dicono le associazioni – il settore ha visto anche il superamento, da parte della Regione Toscana, del ruolo delle APT e l’attribuzione dei fondi destinati alla promozione in incerte azioni che saranno svolte da Toscana Promozione e di cui non si intravedono risultati, se non la piena dipendenza della destinazione Siena dalle scelte promozionali effettuate dalla destinazione Firenze”.
Contrastare la crisi destinando il gettito della tassa di soggiorno alla comunicazione turistica
“Con la tassa di soggiorno – sostengono le associazioni – la già bassa capacità di spesa dei turisti si ridurrà ulteriormente, per effetto dell’introduzione dell’imposta, andando ad incidere su tutta la filiera. La Provincia di Siena e di conseguenza il settore del turismo stanno perdendo competitività per effetto di scelte improduttive e di una situazione di crisi generalizzata. Le conseguenze di una diminuzione della produttività per le imprese, anche in un breve periodo, potrebbe significare difficoltà nel mantenimento dei posti di lavoro: un problema che ovviamente si ritorcerà nei confronti di tutti. Oggi vogliamo lanciare un forte segnale di allarme sulle prospettive del settore, vista la situazione che viviamo”.
“Dobbiamo investire con forza e determinazione per aumentare l’utilizzo delle nostre strutture e delle nostre professionalità, rilanciando il settore e favorendo l’assorbimento di tanta manodopera in uscita dalle tante chiusure aziendali”.
“Le imprese del settore turistico e dell’ospitalità chiedono che il gettito della tassa di soggiorno, ove istituita, sia destinato allo sviluppo delle imprese turistiche impiegando tali importi per una fortissima e costante campagna di comunicazione destinata ad attrarre nuovi e vecchi potenziali turisti, soprattutto quelli che risiedono nelle aree di abituale provenienza, privilegiando le attitudini ad una maggiore spesa sul territorio, la presenza nei periodi di minore afflusso e con un comportamento sostenibile”.
Da alcuni conteggi, ancora non definitivi, ad oggi il prelievo effettuato dai Comuni della Provincia di Siena dal settore dell’ospitalità sarà di almeno 5 milioni di euro, ma potrebbe essere addirittura superiore.
“Chiediamo quindi – continuano le associazioni – che queste risorse siano destinate al contrasto della crisi, allo sviluppo. Un prelievo di questa portata non destinato alla crescita rappresenterà una potente amplificazione della crisi in atto”.
“Importante sarebbe anche stato avere un coordinamento a livello provinciale. Infatti, i Comuni, che hanno deciso di applicare l’imposta, tranne in qualche caso dove per loro libera iniziativa c’è stato un coordinamento intercomunale, adotteranno regolamenti diversi, non tanto in termini di tariffe, ma quanto in termini di modalità operative come ad esempio sulle esenzioni e sulla durata dell’applicazione etc. Questo quadro rischia di fare uscire il territorio in maniera frammentata andando ad indebolire ulteriormente la già difficile situazione”.
Le dichiarazioni delle associazioni
“Per contrastare la crisi, stabilizzare il deterioramento del quadro economico locale, e riavviare un robusto processo di sviluppo e di ricostruzione della ricchezza locale, è necessario investire con forza e con determinazione nella comunicazione verso i nostri potenziali clienti, nei luoghi dove essi risiedono e competere rispetto ad altri territori che già attuano con forza queste azioni e ci sottraggono quote di mercato – dice Alessandro Pescini, presidente Sindacato Albergatori Confcommercio Siena – Dobbiamo aumentare la nostra notorietà, soprattutto presso quei clienti che dimostrino maggiore attaccamento alla nostra terra, alle nostre tradizioni, che frequentino il nostro territorio anche in bassa stagione, con buona propensione all’acquisto delle nostre produzioni anche quando tornano a casa, ed abbiano un comportamento sostenibile rispetto al nostro equilibrio sociale ed urbanistico. Inoltre, se l’obiettivo della tassa di soggiorno era quello di far sostenere i costi di impiego del territorio da parte dei visitatori, doveva essere istituita la tassa di scopo”
“E’ stato detto che questo provvedimento graverà solo su una categoria, anziché su tutti i cittadini – osserva Maurizio Cipriani, Presidente provinciale Asshotel Confesercenti – ma questa sarà vero solo se dovesse verificarsi un aumento di visitatori dalla capacità di spesa superiore alla media attuale. Diversamente, non solo il ricettivo ma tutto il tessuto economico senese dovranno fare i conti con un decremento nella ricaduta sul territorio, dovuta al fatto che quegli euro che andranno in imposta avrebbero potuti esser spesi dai turisti in negozi, musei e in quant’altro i nostri luoghi offrono”.
“Sicuramente l’introduzione della tassa di soggiorno costituisce una turbativa di mercato, in un momento particolarmente difficile sia a livello internazionale che locale – dice Leonardo Rossetto, presidente Sezione Turismo Confindustria Siena – Dato per acquisito che la tassa sia inevitabile per fare fronte alle esigenze di bilancio del Comune di Siena, nell’obiettiva impossibilità pratica di proporre un innalzamento della misura delle quotazioni previste, già di per se molto elevate, pensiamo che eventuali maggiori entrate rispetto alla previsione vengano utilizzate, con la costituzione di un apposito capitolo di uscita, per investimenti nella promozione del territorio e nella comunicazione per mitigare gli effetti negativi dell’applicazione dell’imposta.
Riteniamo comunque necessario che per la destinazione di questi eventuali fondi sia determinante il parere delle imprese ricettive che la legge nazionale indica come interlocutori privilegiati”.
“Federalberghi Siena ribadisce con forza la sua contrarietà all’imposizione della tassa di soggiorno – sottolinea Marco Bianciardi, presidente Federalberghi Siena – Dal momento che però se ne è paventata la necessità, si dichiara soddisfatto della sua parziale unificazione, cioè non differenziata secondo la classificazione delle strutture, alberghiere o extralberghiere. Infatti purtroppo oggi i prezzi delle nostre strutture prescindono dalla classificazione stessa, essendo sottoposti alle oscillazioni del mercato. Si sottolinea infine l’importanza della partecipazione ai tavoli di concertazione per la promozione territoriale, oggi sempre più necessaria”
“In questi mesi abbiamo presentato, ai Comuni della provincia di Siena, un documento con cui abbiamo spiegato i rischi che corre l’agriturismo, evidenziando soprattutto le forti discrasie nell’applicazione – è la posizione di Massimiliano Volpone, direttore Coldiretti Siena – Le tariffe già deliberate nel senese sono, infatti, a macchia di leopardo: si passa dai 2 euro a notte per il soggiorno a Siena, ai 50 centesimi per il soggiorno a Casole d’Elsa, una competizione all’interno dello stesso territorio che è dannosa e pericolosa”.
“Abbiamo preso atto che ilo Comune di Siena ha deciso di applicare questa nuova tassa che non aiuta al rilancio e allo sviluppo, ma lo frena – fa notare Alessandro Cinughi de Pazzi, presidente Confagricoltura Siena – Siamo preoccupati nella nostra qualità di imprenditori perché si tratta in realtà di una nuova tassa che si somma alle altre presenti nel cosi detto decreto “Salva Italia”. La nostra è una posizione di scetticismo e di critica sugli effetti che produrrà. Con il senso di responsabilità che ci connota, la applicheremo, come prescrivono le norme. Ma si tratta di un onere che viene introdotto in un momento molto complicato. Un onere che consideriamo particolarmente sbagliato, sia nel merito che nella tempistica, pur prendendo atto delle difficoltà dei comuni. Comprendiamo dunque i motivi che hanno portato a questa nuova tassa, ma non possiamo aderire, nella convinzione che ognuno si debba prendere le proprie responsabilità, rispetto a funzioni e ruoli svolti. Meglio razionalizzazione e fare risparmi che mettere nuove tasse a imprese e cittadini”.