In un periodo di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, è difficile fare politiche del lavoro. Il progetto “Next. Nuove energie x te”, coordinato dall’Arci provinciale di Siena e fra i 17 progetti vincitori del bando sperimentale rivolto ai ragazzi e finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del progetto Giovanisì, ci ha provato. La ricetta è stata quella di favorire l’integrazione delle politiche di formazione con quelle di inclusione sociale, puntando sui giovani fra i 18 e i 29 anni a rischio di marginalità sociale, chiamati Neet (Not – engaged- in Education, Employment or Training). Il rischio per i ragazzi idi quell’età è di diventare troppo presto dei “disimpegnati” che rinunciano a cercare lavoro. “Next” ha coinvolto oltre 50 ragazzi in attività e incontri formativi, grazie a tre sportelli di ascolto. I risultati finali sono stati presentati martedì scorso, il 15 dicembre, nell’Aula Magna Storica dell’Università degli Studi di Siena. Durante la giornata c’è stata anche una tavola rotonda, coordinata dalla direttrice di Siena News Katiuscia Vaselli, in cui sono state discusse le nuove sfide per le politiche lavorative giovanili.
«‘Next. Nuove energie x te’ – spiega Clizia Bigliazzi, coordinatrice del progetto per conto dell’Arci senese – è stato sviluppato cercando di intercettare i cosiddetti Neet, giovani fra 18 e 29 anni ‘invisibili’ che non lavorano e non frequentano alcun corso di formazione o istruzione, e costruendo una rete di collaborazione che ha visto un ruolo centrale del terzo settore, come previsto dal bando regionale. La sinergia nata fra istituzioni, enti del privato sociale, agenzie formative, cooperative, circoli ricreativi del territorio e associazioni sportive ha contribuito a far emergere il fenomeno dei Neet con l’apertura di un centro di ascolto a Siena, Colle di Val d’Elsa e Monteroni d’Arbia, oltre a incontri e Infoday con la collaborazione dello Sportello Giovanisì della Provincia di Siena. Grazie a queste attività, i ragazzi hanno avuto la possibilità di essere introdotti al programma di ‘Garanzia Giovani’ presso i Centri per l’Impiego e di conoscere meglio le opportunità formative e di lavoro di cui possono usufruire, a partire dal servizio civile e da altre iniziative per favorire relazioni sociali e occupazionali. Inoltre, i ragazzi coinvolti si sono fatti ‘veicoli’ di queste conoscenze con i propri amici o persone interessate, creando a loro volta una rete che potrà svilupparsi ancora e favorire l’avvicinamento ai percorsi di formazione e di orientamento al lavoro».
I Neet italiani sono, secondo delle elaborazioni Staff SSRMdl di Italia Lavoro su Microdati RCFL – Istat, per il 35,6% con la licenza media, per il 42,5 con il diploma di maturità e per il 9,9 con la laurea. In totale, al 2013, sono 2.563.748. I Neet si dividono in quattro sottocategorie: in cerca di occupazione; indisponibili; in cerca di opportunità; disimpegnati. I più a rischio sono gli ultimi, spesso donne con bassa istruzione, perché sono scoraggiati e tendono a lasciare perdere l’idea di cercare un lavoro.
Secondo alcune ipotesi di progetto presentate martedì il lavoro futuro sarà quello di intervenire sulla scarsa autostima dei ragazzi, considerata uno dei problemi più importanti.