Anche il bilancio della BCE va in rosso: 1,3 miliardi di euro nel 2023 dopo l’utilizzo del fondo rischi finanziari per 6,6 miliardi di euro. Certo, la BCE come emittente di moneta non può fallire.
Insomma, la stretta monetaria e il rialzo dei tassi di interesse così repentino sembrano non aver giovato nemmeno a chi decide il da farsi per mantenere stabilità finanziaria e combattere l’inflazione.
La spiegazione è tecnica, come riporta Ansa: dipende dal fatto che gli interessi attivi percepiti dalla Bce non sono aumentati nella stessa misura o allo stesso ritmo di quelli passivi da pagare, a causa delle diverse scadenze, posizionate prevalentemente a lungo su tassi fissi.
Farsi bene i conti quando i cambiamenti sono eccezionali non è facile per nessuno, ma ti aspetti che per i decisori finanziari sia diverso e che le azioni attuate siano state valutate in ottica di scenari dinamici.
Intanto, il sistema bancario in generale, anche in Italia, gode di buona salute dai numeri di bilancio pubblicati. Una situazione ben diversa rispetto ad altri periodi di crisi che hanno segnato storicamente l’andamento del PIL e le tutele dei consumatori.
Tuttavia, i tassi sui mutui delle famiglie sono praticamente triplicati rispetto al minimo di gennaio 2022: impennata che in soli 24 mesi ha impattato negativamente sulle nuove richieste di finanziamento, rendendo meno accessibile per tutti il ricorso al credito.
Di conseguenza, gli investimenti nel mattone sono diventati più difficili e hanno avuto una certa riduzione; parliamo di compravendite immobiliari in calo del 12% negli ultimi 12 mesi. Quindi, l’auspicato taglio dei tassi di interesse per dare via a una fase più espansiva dell’economia, riposizionerebbe anche il mercato immobiliare, che, salvo, particolari città sempre super gettonate, riceve direttamente l’impatto della riduzione delle possibilità di finanziamento per diventare proprietari.
Come riportano i dati della Fabi, rielaborati sulla base delle statistiche di Banca d’Italia, la politica monetaria restrittiva, con tassi meno favorevoli per il consumatore in ambito finanziamento, ha avuto un impatto negativo sui finanziamenti immobiliari, nonostante l’amore indiscusso e radicato per la casa che caratterizza la maggior parte degli Italiani.
Diverso è il punto di vista degli investitori che corrono ad acquistare Titoli di Stato anche sulle lunghe scadenze per beneficiare del vento a favore.
Oggi per finanziare un acquisto immobiliare a 20 anni si paga un TAEG intorno al 2,70% sul tasso fisso e di almeno 2 punti percentuali in piĂą sul variabile, mentre continuano le promozioni sulla remunerazione della liquiditĂ a tassi in media intorno al 4%.
Cosa si prospetta all’orizzonte?
Se anche la BCE va in rosso, penso che la risposta vada nella direzione di un cambiamento, dato che rimane fondamentale per il sistema bancario che privati, aziende e famiglie riescano a rimborsare mutui e finanziamenti in corso. Almeno, se manteniamo la memoria storica, non sono poi così lontani i tempi degli stress test e dei crediti inesigibili.
Attenzione, quindi, a diversificare e a combinare bene investimenti e finanziamenti, anche se si tratta di BIG.
Maria Luisa Visione