Il governo nazionale del premier Giorgia Meloni ha deciso e ha deliberato. L’esecutivo ha stabilito che si cambierà, e dal reddito di cittadinanza si passerà alla misura denominata assegno di inclusione. Che debutterà dal gennaio 2024: potrà essere richiesto da nuclei familiari con disabili, minorenni o over 60. Il beneficio sarà fino a 6mila euro all’anno, quindi 500 euro al mese, a cui aggiungere un contributo affitto fino a 3.360 euro all’anno, 280 al mese.
Il beneficio economico salirà a 7.560 euro all’anno, quindi 630 euro al mese, se il nucleo familiare è composto da tutti over 67, o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza. Il beneficio sarà erogato per 18 mesi, dopo un mese di stop potrà essere rinnovato per altri 12 mesi.
Lo potrà percepire chi ha un Isee che non superi i 9.360 euro, si perderà tuttavia il sostegno se si rifiuta un posto a tempo indeterminato in qualsiasi parte del Paese o se è a termine entro 80 chilometri da casa. Sono previsti incentivi per le aziende che offrano lavoro a chi percepirà l’assegno di inclusione.
Nella provincia di Siena il nucleo di persone o famiglie che hanno percepito il reddito di cittadinanza è diminuito negli anni: dai 4.044 che lo percepirono nel 2019 si è poi scesi a un numero di 2.790 nel 2020 a 2.315 nel 2021 e ai 2.300 del 2022. Nei primi tre mesi del 2023, infine, il numero di persone che nella provincia di Siena hanno percepito il reddito di cittadinanza è stato di 501.
Il tema, dunque, è attualissimo anche in questo territorio. I sindacati sottolineano come sia ampia nella provincia di Siena la fascia di persone che si trovano in condizioni di difficoltà economiche. Questo il commento del segretario generale della Cgil di Siena Fabio Seggiani e del segretario generale della Cisl Siena Riccardo Pucci.
“Per noi il reddito di cittadinanza è stato un supporto per la povertà, che non sta diminuendo nel Paese – commenta il segretario generale della Cgil di Siena, Fabio Seggiani. – In Italia ci sono 5 milioni di poveri. Il reddito di cittadinanza è stato importante, aveva però un difetto che era quello delle politiche attive e quindi relativo alla possibilità di ricollocarsi al lavoro”.
“Aspettiamo il testo di legge definitivo sull’assegno di inclusione – sono le parole del segretario generale della Cisl di Siena, Riccardo Pucci. – Togliere il reddito di cittadinanza a partire dal primo gennaio 2024 va a colpire le fasce più deboli della popolazione, è chiaro che quella misura poteva essere rivista. Il governo ha fatto questa scelta, dovremo capire bene come sarà definito il tutto”.
Gennaro Groppa