Massimo Tononi è il nuovo presidente di Banca Mps. Lo ha eletto l’assemblea degli azionisti, oggi, a Siena con oltre il 98% delle azioni rappresentate. L’ex di Goldman Sachs, Borsa Spa e Prysmian si insedierà ufficialmente con il prossimo Cda, fissato per il 22 settembre.
Il nome del manager era stato proposto dal patto a tre composto da Fondazione Mps, Fintech e Btg Pactual. All’assemblea ha partecipato, per la prima volta, anche il Ministero dell’Economia, azionista con il 4% del capitale, e che come ha detto il rappresentante del pacchetto, ha preferito non partecipare al voto, “in considerazione della particolarità della partecipazione acquisita” come pagamento in azioni degli interessi sui Monti bond, e per lasciare agli altri soci “la determinazione sulla governance della banca”. Il Mef, socio dal 1 luglio, venderà in futuro, ma non prima di sei mesi come da impegni. Gli altri soci rilevanti presenti alla riunione, in cui c’era una percentuale di capitale del 41,03%, erano Axa con il 3,17%, e la banca centrale cinese con il 2,004%. Il restante azionariato era in gran parte composto di risparmiatori locali.
Tononi una volta insediato “dovrà valutare il contesto, i vincoli e le richieste della Bce”. Tre mesi fa la banca centrale europea ha chiesto al Monte di trovare un partner per un’aggregazione, senza la quale non vede un futuro solido per l’istituto. Ma finora non si è riuscito a suscitare l’interesse degli operatori, in un contesto in movimento per via della riforma che trasforma in spa le grandi popolari italiane.
Anzi, nonostante l’approfondita ricerca da parte degli advisor Ubs e Citigroup, ancora non si è profilata nessuna possibile aggregazione concreta. E se la richiesta della Bce non è stata accompagnata da un termine perentorio entro il quale portare a termine un’operazione, è evidente che non si possa andare oltre il 2016.
In questo senso, l’esperienza e i contatti di Massimo Tononi potrebbero rivelarsi un bagaglio utile per sbloccare quella che inizia a profilarsi come una pericolosa impasse. L’ultimo a descrivere lo scenario è stato il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich. «Bisogna vedere quando si insedierà il nuovo presidente, i contatti che ci saranno con la Bce, che mi pare non abbia cambiato opinione. Sono tutte cose da vedere in autunno»Quanto al futuro di Mps, “la Bce ci ha indicato una strada e non trovo motivi per essere contrari” ha detto l’ad Fabrizio Viola a proposito della possibilità che la banca possa continuare il proprio percorso da sola, senza aggregazione con un’altra come chiesto dalla Bce. “Difficile dire se c’è una prospettiva di stand alone” ha aggiunto.