Mps vara il piano di ristrutturazione. Adesso via al progetto di riduzione del personale: cinquemila e cinquecento persone nel gruppo MPS sono di troppo. Numeri molto pesanti dunque.
Il via libera della Commissione Europea al Piano di Ristrutturazione 2017-2021, nel contesto del processo di Ricapitalizzazione Precauzionale della Banca, rappresenta “un elemento estremamente importante per la banca e il sistema bancario italiano e un ulteriore elemento di svolta dopo l’accordo di una settimana fa sulle banche venete”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dopo il via libera Ue al salvataggio di Mps. “E’ un piano che dà certezze, un orizzonte temporale sostenibile alla banca che avrà un livello di capitale molto importante”.
Il piano prevede un aumento di capitale di 8,1 miliardi di euro, di cui 3,9 miliardi di aumento di capitale sottoscritto dal MEF e 4,3 miliardi derivante dalla “condivisione degli oneri” (ovvero il “ burden sharing”), e la dismissione della pressoché totalità del portafoglio di sofferenze al 31 dicembre 2016 per 28,6 miliardi di euro lordi, di cui 26,1 miliardi attraverso una struttura di cartolarizzazione e 2,5 miliardi, costituiti da posizioni unsecured di piccolo importo e leasing, tramite procedure dedicate. L’aumento di capitale si realizzerà a luglio e lo Stato arriverà al 70% dell’azionariato della banca, con l’obiettivo di uscire entro il 2021, data fine piano. Non è escluso che qualora ci fossero le condizioni il Mef esca anche prima.
Quattro sono i punti su cui fa leva il Piano. Innanzitutto è prevista la valorizzazione della clientela retail e Small Business “grazie ad un nuovo modello di business semplificato e altamente digitalizzato”. Verrà rinnovato il modello operativo con un “focus continuo sull’efficienza” e il ricollocamento dei dipendenti (amministrativi) al settore commerciale. La banca introdurrà poi un nuovo meccanismo di gestione del rischio di credito e infine è previsto un rafforzamento della posizione patrimoniale e della liquidità.
Veniamo però alla nota dolente. L’approvazione del piano di salvataggio da parte di Bruxelles darà il via a un’intensa cura dimagrante della banca e quindi a una riduzione di tutte le strutture organizzative del gruppo. Proprio mercoledì 5 luglio si è svolto un incontro tra l’Amministratore Delegato della Banca, Marco Morelli, e i sindacati per presentare i contorni dell’operazione. I numeri sono pesanti: è stato comunicato che gli esuberi da effettuare nell’arco dei cinque anni del piano, quindi entro il 2021, sono 5500. Di questi , 4800 saranno adesioni al Fondo di Sostegno al Reddito (di cui 600 già usciti al primo maggio di quest’anno), 750 risorse legate alle uscite naturali ed al turnover e circa 450 uscite relative alle filiali estere. Sono previste inoltre circa 500 assunzioni.
Nel corso dell’incontro il Sindacato ha esplicitamente richiesto che la gestione degli esuberi avvenga in maniera esclusiva attraverso l’utilizzo del Fondo di solidarietà e su base volontaria. L’Amministratore Delegato invece ha precisato che il Piano di Ristrutturazione non prevede processi di esternalizzazione del personale, come più volte richiesto dal Sindacato stesso. In merito alla questione delle Filiali, è stato convalidato il progetto di chiusura delle unità operative, le quali passeranno dalle attuali 1860 circa a 1400 in arco di Piano.
La tempistica del piano di riduzione del personale seguirà quella prevista dalla procedura e il primo accordo sulle uscite dovrebbe arrivare già entro agosto e riguardare un primo scaglione di 1200 lavoratori.
Con queste operazioni la banca conta di raggiungere un utile netto al 2021 superiore a 1,2 miliardi di euro, con un Roe pari al 10,7%.
Ora si pone la necessità e l’urgenza di una rigorosa e coerente implementazione del piano coniugata con una gestione della rete filiali e del personale orientate al mercato e alle professionalità degli addetti a tutti i livelli gerarchici. Le nuove assunzioni e la riorganizzazione debbono garantire efficienza e trasparenza della gestione poiché la Banca MPS è oggi di fatto e anche di diritto una istituzione economica pubblica a tutti gli effetti e soprattutto in termini di controllo e di garanzia…… grazie per la pubblicazione
Dott. Andrea Giusti e Dott. Gianfranco Antognoli – Concredito