“Meno di due mesi fa tutta Siena era deserta. Non solo perché non c’era gente in giro: era così anche perché quasi ogni negozio e tutti i bar e ristoranti erano chiusi. Oggi credo che nessuno voglia ricreare quel deserto; ma se vogliamo evitarlo, dobbiamo prevenire sia nuovi contagi, sia la moria delle attività. Altrimenti l’effetto sarà comunque drammatico”. David Bellini (nella foto), presidente comunale di Confesercenti Siena, interviene nella discussione avviata nei giorni scorsi in merito alle misure straordinarie accordate ai pubblici esercizi, ed in particolare alle concessioni aggiuntive di utilizzo del suolo pubblico. “Probabilmente qualcuno ha fatto ritorno nel centro storico con la convinzione che tutto fosse come prima, e che come prima dovessero presentarsi le vie e le piazze. Per rendersi conto che non è cosi basta fare un giro una qualsiasi mattina di giorno feriale, e notare quanta gente manca rispetto a giugno di un anno fa. Mancano soprattutto i turisti, ma anche gli studenti e tanti senesi che lavorano o studiano a distanza; tutti soggetti che erano la principale fonte di reddito per quasi tutti gli esercizi commerciali, e per chi ci lavora”.
Senza entrate le attività economiche non stanno in piedi, ed è per questo che sono state adottate misure straordinarie: “Aumentare dove possibile le concessioni di suolo pubblico ha rappresentato l’unica via percorribile per applicare i distanziamenti imposti dalle attuali normative senza ridurre oltre misura l’ospitalità del locale. Anche con queste importanti concessioni molte aziende non troveranno un equilibrio economico ma almeno potranno cercare di sopravvivere e continuare ad offrire occupazione e posti di lavoro in attesa di un auspicato ritorno alla normalità. Pretendere altro significa fissarsi su una cartolina che speriamo possa ritornare, ma che al momento non c’è. In questi frangenti eccezionali servirebbe la capacità di mettersi seduti in posti diversi dai soliti e godersi panorami diversi anziché fare sterili polemiche sul mondo che fu; la realtà futura potrebbe essere ben più brutta e scarna di quella conosciuta fin qui”.
A fronte di alcune voci dissonanti, Confesercenti rimarca la comprensione di gran parte della cittadinanza, a cominciare da chi la amministra: “Come associazione abbiamo cercato di trasmettere da subito il dramma che stavano vivendo centinaia di attività ed i loro lavoratori, tenendo conto che almeno una su tre rischia tutt’ora di chiudere o non riaprire. Per questo abbiamo apprezzato l’atteggiamento fattivo del Comune e le misure che sono state adottate. Misure straordinarie, e come tali destinate ad essere riviste se e quando la situazione sarà normalizzata: forse il termine del 31 dicembre potrebbe non essere sufficiente”.
L’EX SINDACO Nel dibattito interviene anche l’ex sindaco di Siena Bruno Valentini: “Io sono felice – scrive – se i turisti tornano a Siena e se i ristoratori ed i commercianti hanno la possibilità di accoglierli utilizzando più suolo
pubblico dell’ordinario, in deroga temporanea all’opportuno controllo della Sovrintendenza. Ma ribadisco che ci sono dei limiti, che per una città elegante ed unica come Siena non sono solo rispetto per il suo patrimonio
culturale ed ambientale ma anche strumento di distinzione e promozione per evitare di essere standardizzati alla monotona e banale rassegna delle città turistiche, tutte uguali ed ingombre di banchi e bancarelle, tavolini, ombrelloni ed espositori. Non saranno due tavoli in più a rivitalizzare la città ed a salvare l’economia turistica di Siena, se perdiamo la qualità e l’identità della nostra storia, come è stato per la pedonalizzazione del centro storico che infatti fu osteggiata a suo tempo perché avrebbe ridotto gli affari. Ad esempio in queste settimane è evidente quanto sia importante avere migliaia di studenti universitari ad animare la vitalità di Siena, attenti alle loro specifiche aspettative ed a come aiutare le Università ad attrarli. Per essere più chiari, la mia battuta si riferiva in particolare all’invasione della Costarella, un vero oltraggio all’unico affaccio scenografico di Piazza del Campo, che lede la bellezza della storia architettonica della nostra città non solo per i turisti ma anche per i cittadini”.
“Per l’attuale amministrazione – prosegue Valentini – questi limiti sono saltati. Non da adesso, con il comprensibile sforzo di contenere la crisi economica, ma da tempo con la mercificazione di tanti aspetti della vita cittadina e con l’abbassamento della qualità delle politiche culturali, di aggregazione sociale e della comunicazione esterna. A cui va aggiunta, come già notato da una parte dei commercianti, una evidente disparità di trattamento verso gli operatori, che ad esempio a Firenze hanno evitato adottando tempestivamente un regolamento straordinario di concessione del suolo pubblico, che invece a Siena è affidato alla negoziazione diretta. Quanto all’attenzione di questa amministrazione verso i commercianti, la si è vista bene quando hanno introdotto negli strumenti urbanistici la possibilità di una serie di nuove medie e grandi superfici di vendita senza valutare l’impatto sul sistema esistente, che potrebbe essere devastante”.