Si è aggiudicata il titolo di “Internet del valore” e rispetto al 1969, quando avveniva il collegamento dei primi computer tra 4 università americane, la Nuova Internet ha conservato la democraticità e la ricchezza della community.
La tecnologia Blockchain, innovativa, rivoluzionaria, ha individuato nell’immutabilità dei dati e nella decentralizzazione il nuovo segreto per ripristinare la fiducia nel mondo della rete, rafforzando sicurezza dei dati e trasparenza.
Un mondo che avanza più velocemente di quanto riusciamo a percepire. Una tecnologia da scoprire e conoscere se davvero il concetto di valore è in grado di restare immune al tempo.
Ne parliamo con il Dott. Massimiliano Ugolini, esperto della materia (Responsabile Settore Process Innovation di Banca Monte dei Paschi di Siena)
Alla base del funzionamento della tecnologia Blockchain c’è il cosiddetto “Libro Mastro distribuito”. Ci può spiegare come funziona?
Il libro mastro di una Blockchain è come un database, ossia un archivio cronologico di transazioni registrate da una rete distribuita di computer. Proviamo a spiegarlo meglio ricorrendo ad un esempio.
Supponiamo di andare a comperare il pane dal fornaio e di non avere i soldi per pagare. Il fornaio registra nel suo quaderno che Mario Bianchi ha acquistato 1 kg di pane al prezzo di 2€. Alla fine del mese, Mario Bianchi salda i suoi debiti con il fornaio, che registra nel suo quaderno l’avvenuto pagamento. Il quaderno del fornaio è un libro mastro, ossia un registro, dove vengono riportate tutte le scritture che riguardano le transazioni effettuate con i clienti. In questo caso, il libro mastro è centralizzato, perché esiste solo una copia tenuta dal fornaio che provvede ad aggiornarlo. Supponiamo adesso che anche Mario Bianchi abbia una copia esatta del quaderno del fornaio e che sia il fornaio che Mario Bianchi abbiano la possibilità di scriverci. In questo caso il libro mastro non è tenuto centralmente dal solo fornaio, ma è distribuito tra più soggetti. Naturalmente sarà necessario che il fornaio e Mario Bianchi concordino le regole per scrivere nei loro quaderni, facendo in modo che le informazioni riportate siano coerenti.
In quale settore, ad oggi, si è diffuso maggiormente l’utilizzo della Blockchain?
Uno studio del Politecnico di Milano pubblicato la scorsa primavera evidenzia che su 331 progetti nel mondo, 196 riguardano le istituzioni finanziarie, ma gli altri settori non stanno a guardare. C’è un gran fermento intorno a questa tecnologia che attraversa diversi ambiti, come le pubbliche amministrazioni, i governi, la logistica, la sanità e molti altri ancora.
La Blockchain sembra poter essere l’Internet delle transazioni. Come avviene di fatto il trasferimento digitale di denaro?
Supponiamo che Alice voglia inviare del denaro a Mario. L’informazione viene inviata sulla rete dove i nodi (che sono poi dei computer) verificano se effettivamente Alice può spendere quei soldi. Una volta passata la prima verifica, la transazione viene registrata in un blocco e si passa alla fase di validazione, che consiste nel risolvere un puzzle crittografico, una specie di gioco matematico. Una volta validato, il blocco viene propagato ad altri nodi affinché possano verificare la correttezza del lavoro svolto dal primo nodo. Quando il lavoro è stato verificato dalla maggioranza dei nodi, il blocco viene aggiunto alla catena (ecco perché si parla di blockchain) e la transazione è registrata in modo permanente, non ripudiabile e trasparente.
Informazioni, quindi, che rimarranno per sempre immutate. Quali vantaggi si possono realizzare e quali esigenze risolvere con l’utilizzo del sistema Blockchain a livello di rete Banche/Aziende?
Le reti Blockchain possono essere di aiuto anche per le aziende e per le banche. Tra gli ambiti applicativi maggiormente interessati a questa tecnologia troviamo ad esempio i pagamenti interbancari, i trasferimenti di denaro transfrontalieri, i pagamenti P2P (Peer-To-Peer), il processo Knowledge Your Customer, il credito finalizzato. Le reti Blockchain abilitano un nuovo modello di consenso e un nuovo concetto di fiducia condivisa e distribuita; in sostanza si tratta di sistemi che abilitano le banche e le aziende che non hanno piena fiducia tra di loro a formare e mantenere un consenso circa l’esistenza, lo stato e l’evoluzione di un insieme di fatti condivisi.
Un nuovo concetto di fiducia che potrebbe rendere la condivisione di informazioni e fatti utili a tutti gli attori. Ma, spesso pensando agli impatti, il pensiero va alla disintermediazione. Quali conseguenze potrebbero innescarsi sui processi e sul mercato del lavoro utilizzando una tecnologia con questa capacità di trasformazione?
Le reti Blockchain sono una parte della rivoluzione tecnologica in atto. Le altre tecnologie sono l’Intelligenza Artificiale e l’Internet delle Cose (Internet of Things – IoT). Il mix di queste tecnologie ha tutte le potenzialità per trasformare in modo radicale l’economia e la società nel suo complesso. Ad esempio, riprendendo il concetto di decentralizzazione, le criptovalute sono emesse da algoritmi matematici senza la necessità di una Banca Centrale e il trasferimento di denaro da una persona ad un’altra non richiede la presenza del sistema bancario. Anche gli impatti sul mercato del lavoro non sono trascurabili. Per intenderci faccio un altro esempio: in una grande banca d’affari americana 15-20 anni fa per fare trading nel mercato azionario avevano più di 500 persone, mentre oggi ne hanno solo 3. E le banche non saranno le uniche ad essere impattate.
Ci racconti il nuovo approccio allo sviluppo concreto dell’informazione; ci sono progetti in corso d’opera? L’Italia è presente in questa nuova rivoluzione?
Il nuovo approccio prevede che le aziende collaborino nella definizione dei requisiti, delle funzionalità da sviluppare e delle regole di governance da adottare per il buon funzionamento della rete. Questo modo di lavorare permette di passare dall’ego-sistema ad un più evoluto concetto di ecosistema.
Ed è proprio su questo nuovo approccio che è stato improntato un progetto che coinvolge il sistema bancario italiano. Si tratta del “Progetto Spunta”, guidato da ABI Lab, con NTT Data per lo sviluppo dell’applicazione, SIA per l’infrastruttura e un network di 17 banche. Le attività sono state avviate un anno e mezzo fa con l’obiettivo di sperimentare queste nuove tecnologie e negli ultimi mesi il progetto ha avuto risonanza a livello internazionale ed è passato contestualmente in una fase operativa più avanzata.
Ovviamente non è il solo progetto. In Italia in questo momento ci sono diverse iniziative che coinvolgono trasversalmente altre tipologie di industrie.
Anche Banca Mps ha aderito al progetto Spunta, confermando di essere sempre in prima linea. Come vi state confrontando rispetto alle possibili future applicazioni?
Banca Mps partecipa fin dalle fasi iniziali al “Progetto Spunta”. Inoltre, abbiamo avviato all’interno una sorta di osservatorio che coinvolge le diverse strutture dalla Banca, con l’obiettivo di individuare possibili ambiti di applicazione che possano migliorare i processi interni e la competitività commerciale.
In conclusione, siamo in grado di prevedere oggi con quali esiti e quanto la Blockchain influenzerà la nostra società nei prossimi dieci anni?
È difficile ipotizzare cosa accadrà tra 10 anni. Ci saranno sicuramente momenti di entusiasmo e momenti di disillusione, ma c’è un certo consenso sul fatto che Blockchain, IoT e Intelligenza Artificiale contribuiranno ad una trasformazione radicale della società e probabilmente con una maggiore velocità rispetto a quanto è accaduto nel passato.
Il nostro sistema bancario non è rimasto alla finestra, anzi, è al centro e già si distingue a livello internazionale.
Maria Luisa Visione
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