Nella giornata in cui a Milano si è aperto il processo sul caso Mps, che vede l’ex presidente Giuseppe Mussari più altre 15 persone accusati a vario titolo di aggiotaggio, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza, sul banco degli imputati e dove i risparmiatori hanno dato contro a Cinsob e a Bankitalia, il cda di BMps lancia l’aumento di capitale da cinque miliardi
A Siena, dove da ieri è riunito il cda della banca, sembra arrivato il sì in via ufficiosa da parte di Consob per la conversione dei bond subordinati estesa ai 40mila sottoscrittori retail. Se l’operazione fallisse, è pronto l’intervento dello Stato con un paracadute da 95 miliardi
BMps ha deliberato di lanciare l’aumento di capitale da cinque miliardi di euro. E’ quanto si legge nella nota ufficiale inviata dall’istituto di credito senese.
L’operazione, si legge nella stessa nota, dovrà essere chiusa entro fine anno. Il prezzo massimo dell’aumento di capitale di Mps è stato confermato in 24,9 euro mentre il prezzo minimo tecnico è fissato in 1 euro. Il 35% dell’aumento sarà destinato al pubblico indistinto in Italia, di cui almeno il 30% in prelazione ai soci, mentre il 65% sarà riservato al collocamento istituzionale.
L’avvio dell’offerta retail relativa all’aumento di capitale, così come la proroga dei termini dell’esercizio di Liability Management, cioè della conversione dei bond subordinati in azioni, rimangono subordinate all’ottenimento dei necessari provvedimenti autorizzativi da parte di Consob. In mattinata si è riunito il cda di Banca Mps a Rocca Salimbeni: nessuna dichiarazione all’uscita da parte dei consiglieri. Secondo quanto si apprende il cda, che ieri sera era stato sospeso in attesa delle risposta della Consob sulla conversione dei bond, è terminato. La risposta formale non sarebbe ancora arrivata ma potrebbe essere arrivata in via ufficiosa: gli avvocati di Mps sarebbero già a lavoro.
Intanto, a Milano, i legali dei risparmiatori chiedono che Bankitalia e Consob siano “escluse dalle parti civili” del processo a carico dell’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e di altre 15 persone, tra fisiche e giuridiche, per una serie di operazioni realizzate dall’istituto senese per coprire le perdite provocate dall’acquisto di Antonveneta.
Poco prima dell’inizio dell’udienza, fuori dall’aula, Paolo Emilio Falaschi, avvocato senese che rappresenta un’ottantina di risparmiatori, ha anticipato la sua strategia: “Oggi chiederò al Tribunale l’esclusione dalle parti civili di Bankitalia e Consob perché, quando autorizzarono l’acquisto di Antonveneta da parte di Mps, sapevano che il prezzo non sarebbe stato di 9 miliardi ma che sarebbe lievitato per la restituzione agli olandesi di Antonveneta di un prezzo iniziale di 7,5 miliardi lievitato poi a 17 mld”. Per il legale è loro “il peccato originale del disastro di Mps. E non lo dico io ma una relazione della Guardia di Finanza”.
L’avvocato Sergio Calvetti, che rappresenta circa 450 risparmiatori, chiederà ai giudici la citazione di responsabili civili a carico di Deutsche Bank, Nomura e della stessa Mps.
Il primo ottobre scorso il gup di Milano, Livio Cristofano, aveva mandato a processo 16 imputati tra cui gli ex vertici della banca senese Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri e, in qualità di enti, Nomura International Plc, Deutsche Bank AG e la sua filiale londinese. Le accuse, a vario titolo, sono di falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza. Al centro delle indagini, trasmesse dalla Procura di Siena a quella di Milano per competenza, ci sono le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico. Operazioni attraverso le quali, secondo l’accusa, sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente. E allo stesso tempo sarebbero state occultate perdite miliardarie con dati di bilancio truccati per oltre 2 miliardi di euro.
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