Teleriscaldamento geotermico: se ne è parlato a Piancastagnaio, in un convegno organizzato dal Comune amiatino e da Cosvig. A rappresentare l’area senese c’è anche il sindaco di Radicondoli Emiliano Bravi. Si sono chiariti i luoghi comuni che ci sono sulla geotermia? Quale il corretto approccio all’investimento e all’esercizio degli impianti di teleriscaldamento, partendo dall’esperienza diretta?
“Penso che il convegno di Piancastagnaio sia una strada giusta nel descrivere la geotermia. È necessario far capire che la geotermia non è solo produzione industriale e grandi centrali con tanti megawatt installati. La geotermia è ben altro. Oggi parlare di geotermia vuol dire anche parlare di usi civile per il vapore e l’energia termica sprigionata dalla nostra terra. Questo ci può dare un valore aggiunto per il nostro sviluppo come comunità locale ma anche come sistema Italia. Gli usi sono tanti, sia per riscaldamento delle abitazioni civile, ma anche per produzioni artigianali e per attività come la produzione serricola. A Radicondoli la geotermia è ben integrata nel nostro sistema comunitario e ci dà valore aggiunto rispetto ad altri territori. Lo sfruttamento, ormai da decenni, è ben integrato con l’ambiente ed il paesaggio e soprattutto con la comunità locale. Questo permette un miglioramento nella produzione e qualità delle piante ma anche un notevole abbassamento dei costi che permette di aggredire il mercato con un risparmio notevole di costi che rende competitivi e vincenti i prodotti”.
Radicondoli come ha reagito nel tempo e come accoglie le novità?
“Informare correttamente è fondamentale non solo per la geotermia ma in tutti gli aspetti della quotidianità, la condivisione e la franchezza nella descrizione sono alla base. In questo modo è più difficile avere posizioni preconcette o assolute. Gli investimenti fatti nei teleriscaldamenti sono notevoli ma notevole è il ritorno per la comunità sia in termini di costi che di vivibilità ed anche di sicurezza nelle abitazione, anche perché quando si parla di teleriscaldamento geotermico, si parla di acqua calda e calore non di combustibili fossili che sono sempre soggetti all’infiammabilità. A Radicondoli si parla di teleriscaldamento dal 2009 e devo dire che siamo partiti molto tardi rispetto ad altri comuni, e questo è uno sbaglio veramente grande. Oggi sono iniziati i lavori e siamo circa al 70% del progetto, anche perché approfittiamo dei lavori per rifare completamente le vie e le strade dei centri abitati di Radicondoli e della frazione di Belforte per dare nuova vita ai centri storici medievali che per decenni non hanno visto un ammodernamento e interventi migliorativi anche con il cablaggio dei paesi. Per Radicondoli si parla di un investimento di circa 9 miliardi di euro nel suo complesso e senza un euro di mutuo, senza bloccare un bilancio comunale sempre in sofferenza visti i tagli ormai quotidiani del governo nei confronti dei comuni. Devo dire che la popolazione ha vissuto bene i lavori, che, come si può immaginare sono invasivi perché sono nei centri storici. Le reazioni sono ottime nella sua generalità anche perché erano anni che si aspettava questo tipo di intervento che ci può cambiare le abitudini quotidiane”.
Quanto lavoro c’è ancora da fare, quanto si potrebbe fare in termini di rinnovabili sul territorio?
“Il percorso è sempre lungo e lungo è il lavoro per migliorare ed aumentare le fonti rinnovabili visto anche gli input governativi e il know-how che l’Italia possiede e la sua leadership mondiale. Il nostro territorio è sempre aperto alle rinnovabili, ma alle rinnovabili fatte bene e con cognizione di causa, fatte da soggetti che possano garantire il rispetto del territori e dell’ambiente. Un rispetto che noi, come comunità esigiamo da qualunque soggetto voglia intervenire o investire nei nostri confini, ma soprattutto abbiamo le idee chiare di qual’é il nostro sviluppo futuro sia economico che sociale, anche legato alle energie rinnovabile ed alla geotermia”.
E’ di questi giorni la notizia che l’esempio toscano verrà esportato in Germania: Enel Green Power ha concluso infatti una grossa acquisizione in Baviera dove iniziare progetti geotermici che prendono spunto dall’esperienza senese in particolare. I modelli esportabili possono riflettersi anche su altri settori?
“Certo, anzi devono. Dalla nostra esperienza possiamo crescere e ripartire. La geotermia ben fatta, nel rispetto dei territori, è un valore aggiunto non solo per lo sviluppo di energia ma è la base per usi civili, artigianali, industriali per crescere a emissioni zero”.
Katiuscia Vaselli