Un raggio di sole riscalda la mia giornata, devo dire per niente diversa dalle altre, da quando il pericolo del virus è entrato dalla porta di tutti, senza permesso.
Penso a cosa raccontarvi di economia, di fronte a misure finanziarie mastodontiche che sembrava potessero rispondere in maniera universale a esigenze e necessità diversi, che, però, nella realtà, non lo hanno fatto.
Forse per la fotografia di un Paese, il nostro, pieno di burocrazia e non in condizione di accreditare denaro in un click, senza averne conseguenze. Forse perché venivamo già da anni difficili, e in molti faticavano a mandare avanti la baracca. Forse e anche perché abbiamo vissuto decenni orientati all’individuo e non al bene comune.
Molte potrebbero essere le ragioni: il punto è che le ragioni non conteranno quanto gli esiti, i risultati che avrà prodotto l’evento, il Covid19.
Mi capita, quando vedo il punto della giornata di Siena News, di avere emozioni forti, contrastanti.
Penso alla mia città cambiata visibilmente nelle abitudini e nei tempi, e mentre scorrono le immagini, mi passano davanti le storie di vita che ogni giorno qualcuno ha raccontato andando avanti, anche la Piazza vuota dalla voce silenziosa, ed è come se in quell’istante ci tenessimo tutti per mano.
Il raggio di sole è rappresentato dai vicini che escono sorridenti per una passeggiata. Si percepisce una felicità diversa in quel semplice gesto, che è stato ordinario per tutta la vita, ma che, d’improvviso, appare straordinario. La felicità è prima di tutto libertà, di esprimersi, di essere, di lavorare, di vivere, nel rispetto dell’altro, certo, ma nel volo singolo di noi stessi.
Così ho pensato di non voler rappresentare numeri economici che sappiamo tutti non essere per niente incoraggianti, ma di respirare la speranza ritrovata nell’apprezzare profondamente quanto davamo per scontato.
Da studiosa ho delle preoccupazioni, ma da ottimista ho il pensiero che quando saremo di nuovo a regime, ci rifaremo. L’unico pensiero che non riesco proprio a tralasciare è rivolto alla povertà e alla mancanza di lavoro che nei prossimi mesi aumenteranno molto. Da sempre nella storia le conseguenze di questi due problemi sono stati i disordini sociali e la violenza, soprattutto domestica.
Quindi, cosa possiamo fare? Mettere al centro la generosità, che non è soltanto la spesa alimentare, di aiuto fondamentale per molti, ma che è il valore delle idee e la forza di fare rete insieme. Essere, adesso, più attenti a comunicare agli altri una soluzione pratica, se la conosciamo e se sappiamo che può essere utile. Essere meno concentrati sul problema del singolo e maggiormente su quello della categoria e della comunità.
Venivamo da anni dello “sconto”, avevamo talmente assorbito questo tipo di mentalità da aspettarcelo in automatico e andava bene, prima. Adesso camminiamo insieme verso gli anni del “valore”, diamo di più a chi farà ripartire la sua attività e a chi vuole lavorare, non di meno. Impegniamoci, se pensiamo sia giusto e valga, a fare ogni giorno qualcosa di concretamente utile per un’altra persona, solo perché, se lo faremo, questo gesto potrà portare a sua volta valore, a qualcun altro, per ripartire.
Non dimentichiamoci della generosità. E della libertà, che apprezziamo solo quando ci viene a mancare.
Maria Luisa Visione
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