“Accrescere i controlli, applicare pienamente la legge salva Olio, sostenere la tracciabilità e nuove tecnologie per contrastare le frodi e la contraffazione nel settore olivicolo, settore fondamentale per prestigio, qualità, fatturato e valore paesaggistico”. Così Susanna Cenni, capogruppo Pd in commissione di inchiesta sui fenomeni della contraffazione commenta l’approvazione di oggi, giovedì 31 marzo alla Camera della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione nel settore dell’olio di oliva.
“La commissione – ricorda Cenni – ha svolto un ottimo lavoro con l’indagine, anche grazie al contributo di Procure molto attive, delle forze dell’ordine e di produttori attenti a qualità ed eccellenze. Tra queste è stata importante la collaborazione della Procura di Siena e del dottor Aldo Natalini, che ha dato un quadro molto esaustivo del fenomeno e della filiera della contraffazione, determinando la necessità di accrescere tutte le attività di contrasto e di prevenzione. L’Italia olivicola – aggiunge Cenni – ha vissuto anni difficili per fattori climatici, per il dramma Xylella e per la competizione molto forte con soggetti che hanno svolto politiche aggressive di acquisizione di grandi marchi italiani. Oggi le scelte del Governo a sostegno del settore, con il piano olivicolo, possono supportare un’importante inversione di tendenza per accrescere la produzione nazionale, la qualità e la tracciabilità del prodotto”.
Alla vigilia di Pasqua, lo ricordiamo, era stato sottoscritto, nelle aule del palazzo di giustizia a Siena, il protocollo tra le Procure toscane e la Regione per la lotta alle frodi alimentari (ritrovate l’articolo qui).
E martedì era iniziato alla Camera l’esame della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione nel settore dell’olio di oliva. “L’olivicoltura – ha ricordato Susanna Cenni, capogruppo Pd in commissione di inchiesta sui fenomeni della contraffazione– riveste nel comparto agricolo del nostro Paese e soprattutto per il nostro territorio, una ricchezza strategica anche per l’economia locale. Guardando ai dati parliamo di oltre 150 milioni di piante, di oltre 40 denominazioni di origine protetta riconosciute dall’Unione Europea e di una rete che conta su oltre 700mila aziende agricole, 4.800 frantoi attivi e 220 imprese industriali. Un sistema che nel 2014 ha prodotto 483 mila tonnellate, pari a 3,3 miliardi di euro di fatturato, che rappresentano il 2,6% del totale del fatturato industriale agroalimentare nazionale. Se si guarda agli scambi con l’estero le importazioni italiane di olio di oliva hanno un valore commerciale di oltre 470 milioni di euro. L’olio, quindi, è un settore strategico e, come ci hanno ricordato nelle numerose audizioni le forze dell’ordine, le attività illecite legate al settore oleario mettono a rischio 250 milioni di piante, 50 milioni di giornate lavorative, un fatturato di oltre 2 miliardi di euro, 43 oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione europea. Un peso economico che va tutelato e protetto rafforzando gli strumenti di lotta con controlli tecnologicamente avanzati contro le sofisticazioni come richiesto dalle forze dell’ordine, e dall’altra con una puntuale applicazione delle norme in tema di etichettatura e di denominazioni di origine e provenienza territoriale, già presenti nell’ordinamento”.
“L’indagine a prima firma Colomba Mongiello – ha concluso Cenni – è stata svolta anche grazie al contributo della Procura di Siena e del dottor Aldo Natalini, che ha dato un quadro molto esaustivo del fenomeno e della filiera della contraffazione e impegna il Governo ad accrescere tutte le attività di contrasto e di prevenzione”.