Mai come in questo periodo le nostre vite sembrano quasi attraversare le scene di un film in cui il palco in cui siamo atterrati non ci appartiene; guardare avanti è un concetto messo a dura prova dagli eventi e la parola guerra, per sua natura già difficile da pronunciare, risuona dappertutto, mentre noi siamo più vulnerabili di ieri.
Dall’omonimo best seller di Robert Harris pubblicato nel 2011 è stata tratta una miniserie su Sky, genere financial thriller, dal titolo “L’indice della paura”, in riferimento all’indice VIX della volatilità dei mercati finanziari. Un indice che quando corre velocemente rivela l’aumento in corsa del rischio di mercato. La miniserie è davvero attuale; l’ho guardata incuriosita dalla narrazione alla portata di tutti su un algoritmo chiamato VIXAL-4 che elabora, in tempi record, tutte le peggiori paure dei mercati finanziari, al fine di generare profitto, scommettendo, in sostanza, proprio sul verificarsi di tali paure. Questa scommessa che, in sé e per sé è pericolosa nella sua genesi, crea un meccanismo patologico di auto sopravvivenza, fino a confondere la realtà con la follia, tanto che il protagonista arriva a chiedersi se è lui a muoversi, o se, piuttosto, c’è qualcun altro, che sta tirando i fili della sua vita da dietro le quinte. Un po’ come accade quando gli eventi esterni sono talmente al di fuori del nostro raggio di azione che ci muoviamo di riflesso, perdendo il filo logico di ciò che sta accadendo. La sostanza di tutto ciò è che qualcuno sta di certo guadagnando dalla speculazione sulla paura.
Tralascio interpretazioni soggettive al riguardo, per rientrare, invece, nel palco giusto, quello in cui si trovano i risparmiatori: a un passo dall’uscita dall’incubo virus e a un passo dall’entrata nel timore di conflitti vicini alla porta di casa. È un momento complesso e non c’è un libretto di istruzioni che può prevedere tutto perché rimarrà sempre una fetta di imprevedibilità, là fuori.
Tuttavia, è il momento giusto, a mio parere, per capire a chi ho affidato i miei risparmi e per verificare se la mia aspettativa corrisponde alla realtà.
Perché se sono un fai da te dovrò dimenarmi tra fake news e dati credibili per non sbagliare scelta, preso dal panico e/o dalle tendenze. Ma, in ogni caso dovrei avere la consapevolezza che ho accettato il rischio di mercato e quello di errore probabile in contesti economici, finanziari e geopolitici così difficili e incerti.
Se, invece, ho affidato i miei risparmi a un mediatore, il mio focus rimarrà il prezzo pagato e i costi sostenuti, a parità di prodotto finanziario sottoscritto, quindi, la prestazione non potrà essere indenne da ciò che accade a livello di sistema. Se decido di scappare, decido sulla scia dell’emotività, e, forse la miniserie ha ragione: qualcuno guadagnerà dall’avverarsi della mia paura. Se, invece, rimango investito, la difficoltà a cui andrò incontro sarà “sopportare in autonomia” la volatilità finché l’indice VIX non scende, senza fare passi falsi, purtroppo valutabili soltanto con il segno di poi.
Se, infine, ho scelto un Consulente, magari un Pianificatore, allora ho una guida di supporto al mio fianco e obiettivi finanziari temporali tracciati che rappresentano progetti importanti, in divenire, pianificati senza mettere a rischio il mio tenore di vita e le tutele della mia famiglia. Certo, nel libretto di istruzioni non abbiamo potuto prevedere la guerra, ma il Consulente affronta la situazione inaspettata insieme a me, con professionalità, agendo le sue competenze e la sua esperienza. Non è un aiuto di poco conto, anzi.
Il primo conforto sarà la consapevolezza di come ho organizzato i risparmi per realizzare i miei obiettivi. Il secondo, il tempo che ho assegnato alla loro realizzazione. Il terzo, la scelta del pilota che viaggia insieme a me.
Di fatto, la speculazione viaggia con un orizzonte temporale di breve periodo e va a braccetto con la paura, scegliendo reazioni automatiche.
Maria Luisa Visione