Il Cda dell’istituto di credito convoca per l’autunno i soci per pronunciarsi presenta a Banca d’Italia istanza di way out.
Il Consiglio di Amministrazione di ChiantiBanca ha presentato ieri alla Banca d’Italia richiesta di way out: significa aver richiesto di sottrarsi alla holding unica delle banche di credito cooperativo e la legge di riforma del Credito Cooperativo lo consente alle banche con patrimonio superiore ai 200 milioni di euro.
L’istituto presieduto da Lorenzo Bini Smaghi segue di appena un mese la mossa dell’altra banca toscana che ha presentato analoga  istanza a Bankitalia: la Bcc di Cambiano che alla presentazione del bilancio 2015, aveva dato l’annuncio ufficiale e aveva avuto l’ok dai soci a procedere.
Il Cda ha contestualmente inviato comunicazione ai soci ChiantiBanca, che in una assemblea prevista in autunno, saranno chiamati a decidere in merito a questa fondamentale scelta strategica, anche sulla base dei risultati delle analisi e valutazioni di vantaggi e svantaggi che saranno condotte in questi mesi.
“Una richiesta – dicono dalla banca – che  rappresenta un elemento di continuità rispetto alla nostra storia, che ci ha portati ad essere la prima banca di credito cooperativo in Toscana e la terza a livello nazionale, ed è in piena coerenza col sentiero di crescita autonoma seguito con successo finora”.
L’impegno del consiglio di amministrazione è quello di “vagliare con cura ed estremo scrupolo ogni aspetto operativo, occupazionale e legale in modo da rappresentare ai soci, entro la fine dell’anno, il quadro il più possibile corretto e fedele delle opportunità e dei rischi inerenti ai due scenari dettati dalla riforma del Credito Cooperativo” si legge ancora nella nota ufficiale inviata da ChiantiBanca.
“L’unico obiettivo – conclude la nota –  è quello di continuare a far crescere la banca per essere una protagonista dell’economia toscana, cogliendo le opportunità dello sviluppo territoriale e mantenendo inalterato il radicamento alle comunità ”.