Un rosso profondo ma annunciato. Appena venti giorni fa la bufera sui vertici dell’istituto di credito aveva fatto venire fuori la questione del bilancio, si ipotizzava una chiusura in perdita per un massimo di 80 milioni. La realtà è diversa, il passivo sale a 90,4 milioni di euro (interamente assorbito dalle riserve della banca) per effetto di rettifiche sui valori dei crediti erogati negli anni precedenti con accantonamenti prudenziali, validati dalla Banca d’Italia.
Oggi, intanto, il Cda riunito sotto la presidenza di Lorenzo Bini Smaghi, ha approvato il progetto di bilancio 2016, il primo successivo alla doppia incorporazione di Banca di Pistoia e Banca Area Pratese.
La sintesi:
Al 31 dicembre 2016 la raccolta complessiva ha raggiunto i 3,183 miliardi di euro, con un aumento del 5,5% (+ 170 milioni circa) rispetto alla somma della raccolta dei tre istituti al 30 giugno 2016; nel secondo semestre 2016, post incorporazione Banca di Pistoia e Banca Area Pratese, sono stati erogati circa 150 mln di nuovi crediti a famiglie e imprese; 2,357 miliardi di euro è il dato complessivo al 31/12/2016. In crescita il volume complessivo dei ricavi: il margine di intermediazione ha superato infatti i 79 milioni con un incremento del 7,4% rispetto alla fine del 2015. Il risultato della gestione operativa è in attivo per 33,5 milioni di euro.
Il Consiglio ha altresì adottato, d’accordo con Banca d’Italia, metodi di rendicontazione aggiornati e indici di copertura molto rigorosi dei crediti deteriorati, in linea con le “best practice” che anche in Italia tutti gli istituti di credito iniziano a utilizzare. Sono state pertanto effettuate rettifiche sui valori dei crediti erogati negli anni precedenti con accantonamenti prudenziali, validati dalla Banca d’Italia, per un ammontare pari al 5% del valore totale degli impieghi. Il coverage ratio delle sofferenze è ora del 57,5% e il coverage ratio dei crediti deteriorati è del 43,8%, entrambi superiori alla media delle banche di credito cooperativo (rilevata al 30/06/2016).
In conseguenza di tali rettifiche e di oneri straordinari non ricorrenti e nonostante l’utile della gestione operativa realizzato nel corso dell’anno, il bilancio per il 2016 si è chiuso con un passivo di 90,4 milioni. L’impatto è stato interamente assorbito dalle riserve di cui dispone la banca.
Il patrimonio netto della banca è pari a 205,3 milioni di euro di cui 154,4 milioni di riserve e 50,9 di capitale sociale. Il Cet1 ratio è pari al 10,03%, ampiamente superiore al minimo richiesto (5,57%); il Total Capital ratio è pari al l’11,37%.
“Abbiamo ripulito il bilancio. La banca è sana e solida” spiega il presidente Lorenzo Bini Smaghi. “Può proseguire l’azione di sostegno all’economia del territorio ed è pienamente attrezzata per conseguire gli obiettivi di crescita del nuovo piano industriale, con l’intento strategico di diventare banca di riferimento della Toscana. Un percorso che si completerà con il processo di aggregazione con il gruppo trentino. A questo proposito il presidente di Cassa Centrale Banca Giorgio Fracalossi mi ha confermato che le sottoscrizioni, sia per numero che per importi, stanno superando le più rosee previsioni”.
Il progetto di Bilancio di ChiantiBanca al 31 dicembre 2016 sarà sottoposto per approvazione all’Assemblea annuale dei Soci che sarà convocata per il 14 maggio 2017.
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