Ci vogliono oltre sessanta giorni per avere un’insegna a Siena. Cono i calcoli della Cna sulle pratiche burocratiche in tutta Italia, che hanno evidenziato anche le trafile a Siena. Prima ancora di servire il primo caffè, il titolare di un bar deve affrontare 71 adempimenti burocratici per aprire la propria attività e spendere, tra bolli, corsi e autorizzazioni, 14.667 euro. Va peggio all’aspirante autoriparatore che sogna un’officina tutta sua: si trova davanti fino a 86 adempimenti, per una spesa di 18.550 euro. E ancora più caro è il conto per aprire una falegnameria, con quasi 20 mila euro di spese. Sono i calcoli della Cna nella prima edizione dell’Osservatorio “Comune che vai, burocrazia che trovi”. Attraversando l’Italia, la Cna mostra come cambiano le regole per aprire un’attività, cosi’ come i costi, i tempi e gli enti con cui devono interfacciarsi gli imprenditori. Per aprire un salone da acconciatore, per esempio, è necessario un corso triennale con uno stage conclusivo di 500 ore nel Lazio e di più del doppio (1.200 ore) in Lombardia e in Sicilia. Solo le trafile per avere un’insegna coinvolgono fino a 12 enti e, nel caso di comuni come Catania, La Spezia, Siena e Torino, richiedono oltre 60 giorni per ottenere il nulla osta.
L’autorizzazione al posizionamento di cartelle, insegne di esercizio e altri mezzi pubblicitari coinvolge fino a dodici enti. Un numero che da solo la dice lunga sulla farraginosità della burocrazia italiana e delle sue imposizioni. Per ogni genere d’insegna, se l’attività è prospicente una strada statale, anche la Provincia e l’Anas sono chiamate a dare la loro autorizzazione. In ogni caso, anche per un’insegna di piccole dimensioni posta al di sopra di un’attività in una zona semicentrale, per redigere la richiesta di autorizzazione con i relativi documenti e’ necessaria una consulenza tecnica. Il combinato disposto porta alcuni comuni (Catania, La Spezia,Siena, Torino) a prendersi oltre 60 giorni per rilasciare il nulla osta. Se l’insegna va collocata in un centro storico, la situazione si complica. L’autorizzazione, infatti, in questo caso abbisogna pure di un nulla osta paesaggistico e di un via libera della Polizia municipale.
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