Economia

Coldiretti: “Gli ungulati uccidono l’agricoltura”

Sit in di oltre duecento agricoltori, alcuni arrivati con il trattore, davanti all’Atc provinciale di Siena. Il motivo della protesta è l’allargamento di 1089 ettari delle aree vocate agli ungulati.

Gli ungulati “uccidono” l’agricoltura. E’ questo il senso del volantino distribuito oggi dagli agricoltori riuniti sotto l’Ambito Territoriale Caccia di Siena. Il sit in organizzato da Coldiretti Siena è una protesta contro le norme che regolano la caccia a, per esempio, cinghiali e caprioli. Questi, infatti, sono in esponenziale aumento e provocano crescenti danni alle colture. Alla manifestazione partita alle 15 in Strada di Massetana Romana erano presenti oltre duecento agricoltori da tutta la provincia, qualcuno arrivato con il proprio trattore. All’Atc si sarebbe dovuta tenere proprio questa sera la riunione del comitato di gestione per deliberare sull’esame e approvazione della proposta di aumento delle aree vocate alla caccia al cinghiale ma non c’è stato nessun incontro.

Nel 2016, complici il passaggio di competenze dalle Province alla Regione e le nuove disposizioni emanate dal governo regionale, non sono stati realizzati, se non in minima parte, gli interventi di contenimento degli animali. A complicare la situazione, la mancata applicazione della legge obiettivo con cui la Toscana ha dichiarato di voler correre ai ripari contro l’esubero dei selvatici. Il rischio più grave è rappresentato dai cinghiali, responsabili in Toscana dei due terzi dei danni alle colture agricole. Il piano di controllo approvato recentemente dalla Regione non ha modificato sostanzialmente le modalità di gestione di questo ungulato. Il numero di animali presenti sul territorio quindi continuerà a crescere. Con una serie di artifici, infatti, le aree vocate, che avrebbero dovuto essere ridimensionate, sono aumentate, di 1089 ettari nella sola provincia di Siena, con conseguenze che si annunciano drammatiche per gli imprenditori agricoli. Ancora una volta quindi l’agricoltura viene sacrificata sull’altare di una gestione faunistica approssimativa e inefficace. L’equazione più cinghiali meno agricoltura continua a produrre risultati devastanti per il settore che, con l’avanzata della fauna selvatica, vede aumentare la moria di imprese e la scomparsa di realtà importanti per l’economia e il presidio del territorio. Da non sottovalutare anche il pericolo rappresentato dagli ungulati per i cittadini comuni, in quanto è sempre più facile trovarli in aree abitate o su strade trafficate.
Il direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli ha commentato così l’iniziativa degli agricoltori: «Vogliamo far capire che c’è un malcontento diffuso, incontenibile delle imprese agricole rispetto a un tema che si affronta ma non si risolve mai. Anzi, la legge ultima del febbraio scorso che avrebbe dovuto aiutarci, sembra che, negli atti amministrativi, stia andando nella direzione opposta. Non è più possibile procrastinare la soluzione della questione. Ormai sta diventando anche un problema urbano, visto che ci sono segnalazioni di cinghiali all’Acqua Calda, in Massetana e quasi tutti i giorni, purtroppo, ci sono incidenti stradali causati da questi animali, dai caprioli e dai daini. Abbiamo bisogno che qualcuno inizi a metterci le mani».

Il presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli, presente al sit in, ha ribadito come l’associazione abbia stilato un documento indirizzato a tutti gli ATC toscani lamentandosi della ripartizione, in quanto dannosa degli agricoltori e contraria agli indirizzi della legge obiettivo.

Emilio Mariotti

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