Balzo in avanti delle ore di lavoro in agricoltura: +3,9%. Siena in testa
Si accende il dibattito sui voucher tra sostenitori e contrari: i promotori del referendum abrogativo scendono in campo mentre Governo e Parlamento sono alle prese con le modifiche legislative. «La nostra preoccupazione – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – e che si faccia di ‘tutta l’erba un fascio’ e che non si entri nel merito della questione con cognizione di causa. Del totale dei voucher utilizzati in Toscana, che ricordo nel 2016 sono stati 10.400.000, solo l’1,3% è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso senza gli abusi che si sono verificati in altri settori anche perché nelle campagne i beneficiari possono essere soltanto pensionati e giovani studenti, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali come la raccolta delle uve e delle olive».
In effetti le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore sono quelle a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%.
I voucher – sottolinea la Coldiretti – sono stati introdotti in modo sperimentale per la vendemmia nel 2008 e oggi hanno perso radicalmente la loro connotazione agricola a seguito della progressiva estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi di utilizzo del lavoro accessorio. Del totale venduto – precisa la Coldiretti – il 14,9% è stato impiegato nel turismo, il 14% nel commercio, l’11,4% nei servizi, il 4,2% nel giardinaggio e pulizia, il 4,1% manifestazioni sportive e culturali mentre la maggioranza, cioè il 47,1% in altre attività sulla base dei dati dell’Osservatorio sul lavoro accessorio dell’INPS relativi ai primi sei mesi del 2016.
«Occorre sottolineare anche che l’agricoltura – sottolinea Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – è il settore che fa segnare il maggior aumento delle ore lavorate con un incremento record del 3,9% annuale che è più del doppio di quello fatto registrare nei servizi (+1,6%) e il 50% in più di quello dell’industria (+2,6%), sulla base dei dati Istat relativi al mercato del lavoro nel terzo trimestre del 2016 che conferma il trend positivo del settore primario che già nel secondo trimestre aveva fatto segnare un balzo del 5% mentre nel primo era stato addirittura del 5,8% in termini tendenziali. Il che significa che in Toscana abbiamo raggiunto la soglia dei 57.000 operai agricoli. Ciò significa che i voucher – conclude De Concilio – non sottraggono lavoro, ma ne fanno emergere altro che diversamente sarebbe rimasto nelle maglie del sommerso».