Le spese notarili sono un’incombenza che grava su tantissimi utenti che, ad esempio, acquistano casa, sottoscrivono un mutuo o che aprono una società per fare impresa: sono tante le fattispecie per le quali ci si deve rivolgere all’intervento di un notaio e non si tratta mai di un qualcosa di piacevole viste le parcelle che, come noto, possono arrivare ad essere anche piuttosto salate.
In generale la parcella di un notaio rappresenta un costo variabile, in quanto dipende dalla tipologia di servizio che si va a richiedere: a questo va aggiunto poi il fatto che nella parcella finale pesano anche i costi del servizio, che possono essere variabili e che dipendono dal professionista stesso.
Ogni notaio ha un proprio costo, a fare la differenza è anche la zona di Italia nella quale opera: i grandi centro hanno solitamente costi inferiori rispetto alle grandi città, basta ad esempio confrontare il preventivo di un notaio a Mira, centro piuttosto raccolto, con quello di un professionista a Milano o Roma.
Oggi è possibile richiedere preventivi di questo genere anche direttamente in rete, accorciando quindi i tempi ed eliminando qualche passaggio. Per tornare al tema di partenza, come si calcola il costo di un notaio?
Quali sono i costi fissi
Si parla quindi di costi fissi, quelli che come abbiamo visto non comprendono la parcella che può essere variabile. In generale un atto notarile è un documento che ha valenza legale e che può esser redatto esclusivamente da un notaio: sono diverse le circostanze che lo richiedono, dalla compravendita di immobili fino alla costituzione di società.
L’atto notarile può essere quindi realizzato soltanto da un professionista di questo genere, l’unico che può conferirgli un valore legale. Prendendo l’esempio tipico, quello più diffuso, ovvero l’atto notarile per compravendita di immobile, l’onorario del notaio può aumentare o diminuire a seconda della tipologia dell’immobile in questione.
Importante è farsi presentare dal notaio, proprio per evitare sorprese, un preventivo che sia simulato sulla base esatta della rendita catastale della casa oggetto di compravendita. A questa cifra, variabile, vanno aggiunti poi i costi fissi, ovvero imposta di registro (2% del valore catastale per le prime case, 9% per le seconde); imposta catastale (50 euro); imposta ipotecaria (50 euro); l’iva che va dal 9 al 22% a seconda dei casi.
Da ricordare che d qualche anno sono state abolite le tariffe notarili fisse, consentendo così ad ogni libero professionista di decidere liberamente il proprio onorario senza un valore minimo da rispettare. Ecco perché, per tornare al consiglio di prima, è bene rivolgersi ad un notaio e richiedere un preventivo sulla base esatta delle proprie necessità e del lavoro che ci sarà da svolgere.