Quali sono le fonti più utilizzate dagli investitori italiani per raccogliere informazioni su economia, finanza e opportunità di investimento?
La domanda non è per nulla scontata in un’epoca in cui la digitalizzazione avanzata e l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale si stanno propagando in ogni settore, diventando artefici di input che possono generare comportamenti con effetti economici sulle proprie finanze.
È già possibile rintracciare in molti siti l’interazione con l’IA per avere pareri e risposte ai propri dubbi, che vengono percepiti come soluzione subito disponibile. L’era degli algoritmi si diffonde sempre di più, ma sono gli stessi algoritmi che si legge in una notizia Ansa possono sanzionare i rider per “low performance”, come è accaduto in Just Eat, tanto da far sollevare la protesta di Filt Cgil Firenze-Prato-Pistoia proprio perché i calcoli dei tempi di consegna da rispettare non tengono conto di quelle che possono essere le condizioni di traffico e sicurezza, né tantomeno della situazione climatica nello stabilire le pause necessarie. E se la produttività diminuisce, scatta la multa.
Quando il tema è la nostra economia personale, l’utilizzo delle fonti di informazione consultate per decidere non è mai da sottovalutare.
Attualmente, anche se le fonti tradizionali, istituzionali e specializzate vengono utilizzate con frequenza, nelle scelte di investimento hanno preso piede altre fonti di informazione come internet e i social media. Secondo l’ultimo Rapporto Consob 2024, sono più propensi a un utilizzo frequente dei social media alcune categorie di investitori come le donne, i meno abbienti, i meno istruiti e coloro che hanno in generale conoscenze finanziarie e digitali più basse. Questo elemento è un campanello di allarme importante sulla necessità di agire per tutelarle, attraverso percorsi mirati e urgenti di educazione finanziaria. Se l’indagine mostra che c’è scarsa attitudine a consultare in maniera preventiva la documentazione dei prodotti di investimento, d’altra parte la propensione a dedicare tempo in autonomia per aggiornarsi è ancora limitata. E quindi i social sono la soluzione veloce, a portata di mano.
Al primo posto tra i canali più consultati per la raccolta e l’elaborazione delle informazioni sugli investimenti, troviamo i motori di ricerca in internet per quasi il 70% degli investitori. La diffusione dei motori di ricerca internet supera largamente la televisione, le app e il sito web degli intermediari finanziari.
Poco più di un terzo utilizza con elevata frequenza i social media, penetrazione pari al grado di diffusione dei siti web istituzionali e specializzati. Ma la differenza è questa: gli investitori con posizione finanziaria più solida ricercano fonti informative ufficiali o specializzate sulla finanza (come siti web di società, app e sito web dell’intermediario finanziario), mentre chi si affida di più ai social media, avendo basse conoscenze finanziarie e digitali, si espone con maggiore probabilità al rischio di assumere decisioni di investimento inconsapevoli, senza tralasciare il pericolo di truffe, sempre presente.
Abbiamo tutto a disposizione, ma saper selezionare le informazioni richiede competenza. Ancora di più utilizzarle come fattore chiave quando si investe. Non può essere un processo veloce e inconsapevole.
Ragione che fa riemergere l’urgenza di migliorare il livello di cultura finanziaria, per essere in grado di scegliere canali informativi affidabili e di selezionare informazioni economiche e finanziarie utili davvero ad assumere decisioni d’investimento coerenti, sostenibili finanziariamente e in linea con la tolleranza ai diversi rischi che una decisione d’investimento comporta.
Maria Luisa Visione