Come si può navigare sui mercati finanziari con il mare in tempesta, ma soprattutto quando la percezione dell’incertezza è così alta da mettere in dubbio il futuro?
Risparmiatori e investitori si trovano spesso disorientati al suono delle tante notizie di un mondo complesso in cui diventa difficile discernere e riclassificare le priorità, dato che gli equilibri politici, economici e finanziari appaiono sotto scacco.
Dal punto di vista strettamente finanziario sono varie le evidenze storiche che dimostrano come le perdite più importanti dei mercati, in momenti di shock e anche in venti di guerra, siano state recuperate in giorni o in meno di un anno, e certamente rappresentano l’ancoraggio razionale di fronte alla concreta, soggettiva, percezione del rischio finanziario. Il primo tema è proprio questo: la differenza di percezione teorica del rischio (che tutti siamo in grado di comprendere) e il vissuto reale, dal quale, per un verso, la stessa percezione si amplifica notevolmente, mentre per l’altro si concretizza in un impatto significativo con la nostra serenità.
Le evidenze storiche ci riportano certamente alla razionalità, ma non è detto che basti, perché ci troviamo ancora in mare aperto e il grado di sopportabilità di nuove ondate e scossoni è messo costantemente e duramente alla prova, almeno fino a quando non sentiamo, al di sotto dei nostri piedi, che quella parte della nostra nave, distinta dalla linea di galleggiamento, è solida.
Il secondo tema è proprio questo: quali domande ci stiamo ponendo mentre non smette di piovere.
Proviamo insieme a intercettare la vera fonte delle nostre preoccupazioni.
Siamo in grado di far fronte alle spese e agli impegni finanziari, senza dover disinvestire?
Siamo coperti dai rischi personali, di salute, premorienza e invalidità, per cui anche la nostra famiglia è protetta economicamente, in caso di eventi sfavorevoli?
Il nostro tenore di vita futuro è in costruzione insieme alle tutele della salute di domani, perché non vogliamo pesare su nessuno?
Se abbiamo debiti, li abbiamo protetti per non lasciare la famiglia in difficoltà?
Perché abbiamo investito? Per realizzare quale progetto, in quanto tempo, e con quale aiuto dei mercati finanziari, rispetto alla diversificazione e alla volatilità?
Se abbiamo destinato a una maggiore crescita, accettando un maggior rischio, una parte residuale delle nostre risorse, che non compromette il raggiungimento dei nostri obiettivi importanti, perché ci preoccupiamo?
Abbiamo tutelato il nostro patrimonio immobiliare e/o aziendale?
Abbiamo pianificato come trasferire e non disperdere la nostra ricchezza, dopo di noi?
Perché abbiamo scelto chi ci sta accompagnando e guidando durante la navigazione finanziaria?
Dietro queste domande c’è l’attuazione del corretto processo di pianificazione finanziaria, economica e patrimoniale che ci permette di investire per il raggiungimento dei nostri obiettivi, senza mettere a rischio le tutele personali e familiari, da tutti i punti di vista. Ma c’è di più, c’è un vantaggio tangibile: riuscire ad affrontare la tempesta, che rimane comunque una tempesta, senza panico e senza ansia.
Il terzo tema, allora, è se, quanto e come pianifichiamo le nostre tutele e i nostri obiettivi importanti. Perché se lo abbiamo fatto, secondo una sequenza che equivale ad avere una linea di galleggiamento in totale sicurezza, raggiungeremo le diverse destinazioni, indipendentemente dalle difficoltà che si sono presentate. Se lo abbiamo fatto, abbiamo risposto sì alle domande che ho evidenziato.
Oltre a ciò, che è da sempre, in tutti gli shock di mercato, la guida da tener presente, credo che oggi, come risparmiatori e investitori dobbiamo fare un salto. Imparare a conoscerci davvero, a conoscere la nostra reale percezione verso il rischio finanziario, non quella sulla carta, partendo dalle domande giuste. Per poi fare un salto ulteriore che è la vera risposta agli shock, cioè: conoscere quale rapporto abbiamo con l’utilizzo del tempo. Negli investimenti, il rapporto con il tempo, è il corretto orizzonte temporale che associamo alle oscillazioni di mercato, e quindi cammina con maggiore o minore rischio.
La direzione che ha preso il mondo è quella di trovare l’atteggiamento finanziario e temporale utili verso le dinamiche di cambiamento, anche repentini.
Allontaniamoci dalle generalizzazioni e trasformiamo l’esperienza in utilità.
In conclusione, arriviamo al quarto e ultimo tema, che pongo come domanda:
Da cosa dipende la nostra reale percezione del rischio finanziario e qual è il nostro atteggiamento verso il corretto utilizzo del tempo?
Per raggiungere migliori orizzonti, accettiamo la sfida di conoscerci come risparmiatori e investitori, e affrontiamo consapevolmente un mondo che è e sarà ancora diverso, con il supporto di una guida capace di attuare il processo di pianificazione. Eliminando l’ansia, che è sempre cattiva consigliera.
Maria Luisa Visione
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