«L’intervento del nuovo segretario provinciale del Pd, Niccolò Guicciardini, mi sembra significativo perché i lavoratori di Banca MPS, molto preoccupati per il proprio futuro, possono intravedere la possibilità di avere un interlocutore politico autorevole oltre alla mera rappresentanza sindacale. L’indebolimento della sponda istituzionale incarnata dagli Enti Locali nominanti, col commissariamento del Comune di Siena e l’incertezza sulle prospettive dell’Amministrazione Provinciale, di fatto poteva creare una situazione di vuoto politico, aggravata dalla oggettiva debolezza di una Fondazione MPS super-indebitata, che rischiava di accentuare oltre misura lo spazio decisionale dei nuovi vertici della banca».
Il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini interviene per commentare la presa di posizione del segretario provinciale del Partito Democratico riguardante il nuovo Piano industriale della banca Monte dei Paschi di Siena.
«È evidente che ai nuovi vertici spetta il compito di assumere celermente ed efficacemente decisioni vitali per lo sviluppo dell’attività di Banca Mps e per l’economia dei suoi clienti, ma credo sia un bene per tutti se ciò non avverrà in una assoluta autoreferenzialità. L’autonomia dei managers non deve essere condizionata dalla cattiva politica delle interferenze clientelari od assistenziali, ma deve essere stimolata dalla buona politica dell’attenzione all’equità, alla dignità del lavoro, alla salvaguardia dell’occupazione, al sostegno delle imprese e delle famiglie».
«L’intervento di Guicciardini mi sembra un atto di buona politica, che può aiutare la dinamica della vertenza sindacale che di fatto è già aperta, sospingendo i protagonisti verso una sintesi difficile, ma necessaria. Per tutti. Personalmente non sono ancora sicuro che stiamo già sperimentando la discontinuità che serve davvero, perché non basta cambiare nomi se non si cambia registro, cioè se non si riassesta il funzionamento della banca verso un miglior servizio alla clientela ed al territorio, se non si rende tutto più efficiente e trasparente, non si valorizzano le professionalità interne. È un bivio comune a tante aziende italiane in difficoltà, industriali o di servizi, per le quali la tentazione è sempre quella di sforbiciare il costo del lavoro, edulcorato da lievi aggiustamenti a trattamenti e benefit del top management, senza ridiscutere profondamente il modello organizzativo e la competitività produttiva. La perdita fatta registrare da Banca MPS nell’esercizio 2011 è frutto soprattutto della svalutazione di investimenti sbagliati, mentre ci sono ampi margini per ampliare i fatturati aziendali e quindi i servizi forniti e la loro redditività, se la qualità del prodotto migliora, cioè se si rovescia la scala delle priorità ripartendo dalle esigenze dei clienti. Questa presa di posizione è comunque un atto di coraggio e di responsabilità, che sarebbe ancora più completo se integrato dell’analisi del perché siamo arrivati a questo punto, perché si misura con la fase di dura lotta sindacale che si sta aprendo ed invece di confinarla in un ambito marginale, la valorizza ed indirettamente conferma che sarà decisiva per decidere che tipo di banca avremo e quindi che tipo di città e di provincia avremo, vista l’importanza di Banca MPS. Da oggi è ancora più chiaro che l’esito della vertenza sindacale dei dipendenti MPS ci dirà anche come sarà Siena nei prossimi venti anni».