“Perché la Regione Toscana scavalca il Governo sulle aperture dei negozi? Perché pensa che la grande distribuzione sia immune ai rischi dell’emergenza?”. Se lo chiede Confesercenti Siena, alla luce dei provvedimenti e delle dichiarazioni registrati.
Con un’apposita ordinanza infatti il Presidente della Regione, Enrico Rossi, “ha pensato di risolvere le esigenze delle famiglie rimaste senza fiori, matite e giochi indirizzandole sulle attività commerciali non obbligate a restare chiuse”: “Rossi ha dichiarato di voler far piacere alle famiglie – osserva Leonardo Nannizzi (nella foto), presidente provinciale di Confesercenti – ma non vengono prese in considerazione quelle famiglie che per lavoro gestiscono una cartoleria, una libreria, un negozio di fiori o di giocattoli. E che con questa ordinanza si vedono sacrificate a vantaggio di chi ha questi articoli in scaffale e ora potrà venderli, anche se in realtà il suo diritto a stare aperto è legato ai generi alimentari”.
In Confesercenti peraltro si nutrono dubbi sulla legittimità dell’atto: “Le indicazioni sulle aperture e chiusure delle attività commerciali in emergenza derivano dai Decreti approvati dal Governo emanati nelle scorse settimane: perché la Regione Toscana ha voluto aggiungere caos e tensione con questa ordinanza?” si chiede Nannizzi.
Che nota una “pericolosa ricorrenza da parte del Presidente della Regione nel riferirsi alla grande distribuzione anche in ambito sanitario”: “Ieri Rossi ha dichiarato alla Rai che nei prossimi giorni farà distribuire milioni di mascherine davanti a farmacie e grande distribuzione. Forse pensa che siano la stessa cosa? Forse il rischio di allungare le code davanti ai centri commerciali non conta più? Forse sono davvero immuni alla pandemia? Non sarebbe meglio diversificare e distribuire anche di fronte ad altre attività?”.