Il factoring è una modalità di finanziamento delle aziende che, come noto, registra una sofferenzialità che si esprime a meno della metà del contenzioso medio degli impieghi “a rischio” per le Banche.
Questo fatto costituisce nel momento in cui gli NPL costituiscono la maggior “palla al piede” del sistema creditizio, una valenza molto positiva per le aziende interessate a finanziare il proprio “capitale circolante”.
Dopo la notevole crescita registrata negli ultimi anni, il 2017 potrebbe diventare l’anno migliore di sempre per il mercato del factoring in Italia. Con un incremento del 16,9 % nel primo semestre e con la previsione da parte di Assifact, l’Associazione italiana per il factoring, di un volume d’affari per fine anno di oltre 220 miliardi di euro, il factoring si conferma uno strumento finanziario competitivo per le attività produttive, in particolare per le PMI che vengono sostenute con finanziamenti meno costosi e meno rischiosi rispetto alle altre forme di credito all’impresa, fattori che lasciano prevedere la prosecuzione della crescita.
Nella maggior parte dei casi (82 %) a cedere il credito sono le imprese mentre per quanto riguarda i debitori ceduti nel 54% dei casi si tratta di imprese, a cui seguono la Pa con il 24% dei debiti. Il settore pubblico con un quarto di crediti ceduti e non ancora incassati, si conferma un lento pagatore, ma negli ultimi tempi si è vista una certa accelerazione: è in diminuzione infatti la quota dei crediti già scaduti, che ora superano il 34% del totale (di cui il 62% scaduto da oltre un anno). Un’altra notizia positiva, attinente alla qualità del credito, è la diminuzione delle sofferenze, pari a 3,5% e sempre contenute rispetto a quelle bancarie.
In merito alla distribuzione sul territorio si registrano però ancora notevoli squilibri. Infatti la metà delle operazioni vengono eseguite nel Lazio e in Lombardia mentre ci sono regioni in cui il factoring ha un peso minimo. E’ importante quindi diffondere la conoscenza e le potenzialità di tale strumento, che permette ad un’impresa di trasferire i propri crediti commerciali a una banca o a un operatore creditizio specializzato (società di factoring) e che nella sua forma più completa permette di realizzare contemporaneamente tre funzioni, ossia il finanziamento del cedente attraverso lo smobilizzo dei crediti ceduti, il trasferimento dei rischi di inadempimento e l’esternalizzazione della gestione dei crediti. Il factoring è un’operazione, o meglio un modello di gestione del capitale circolante, che può modificare in maniera significativa il tradizionale rapporto Banca-Impresa e quindi essere utile per favorire l’incontro della domanda e dell’offerta del credito. Infatti dal punto di vista della banca è possibile affermare che attraverso questo strumento è possibile avere un maggior controllo e una migliore comprensione dell’operatività del cliente e dei suoi clienti.
Concludendo il factoring certamente non è in grado di risolvere tutti i problemi che risiedono nel rapporto Banca-Impresa ma è importante sottolineare come il credito, in un sistema che strutturalmente esprime una sottocapitalizzazione diffusa fra le aziende, risulti fondamentale per un percorso di crescita produttiva possibile e da “accompagnare” con intelligenza operativa. La via per il factoring, che accelera e può ulteriormente crescere, è una strada positiva per aiutare la ripresa economica e produttiva.
Dott. Gianfranco Antognoli/ Dott. Andrea Giusti – Concredito
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