Quando si parla di conto deposito con zero spese ci si riferisce normalmente al fatto che le banche che offrono questi strumenti di raccolta non percepiscono spese di apertura, gestione e chiusura del rapporto. Ma che cosa dire delle imposte di bollo? L’imposta di bollo si paga o no sul conto deposito? Ci sono differenze tra l’imposta di bollo pagata sul conto deposito e quella pagata sul conto corrente?
L’imposta di bollo sul conto deposito ha la stessa natura dell’imposta di bollo sul conto corrente. Pertanto, si tratta di un’imposta indiretta che ha come oggetto la trascrizione di un contratto. Si paga nei confronti dello Stato, con la banca che si limita pertanto a percepirla e rigirare l’importo al Fisco. È indiretta, perché non è proporzionale alla capacità contributiva dei soggetti, ma fa riferimento alla sostanza dell’atto in sé, ovvero – in questo caso – all’ammontare del saldo sul conto deposito.
Ciò premesso, l’entità dell’imposta di bollo sul conto deposito è pari al 2 per mille della somma depositata, con un’importante differenza tra l’imposta percepita per le persone fisiche e quella per le persone giuridiche. Solamente nel secondo caso c’è infatti un limite pari a 14.000 euro.
Si tenga conto che l’imposta applicata sui conti deposito è indipendente da quella applicata sui conti correnti. Pertanto, se un soggetto risulta essere titolare contemporaneamente di un conto deposito e di un conto corrente, sarà percepita per entrambe le giacenze, nella misura proporzionale del 2 per mille. Non rileva, in tal senso, il tipo di interesse creditore che viene percepito dal cliente, con la conseguenza che la tassazione sarà applicabile sia al rapporto fruttifero che a quello infruttifero.
A questo punto potrebbe essere utile domandarsi se esistano dei conti deposito senza imposta di bollo. In tal senso, non possiamo non sottolineare come l’imposta di bollo sia sempre applicata ai rapporti bancari e come dunque la presenza di conti deposito senza imposta di bollo faccia riferimento a quei rapporti bancari in cui è l’istituto di credito a farsi carico della stessa imposta, pagandola in luogo del proprio cliente.
In questo senso, l’imposta di bollo continuerà ad essere percepita, ma diverrà un costo per la banca, che si sostituirà al cliente nel versamento di questo onere.
Questo elemento non potrà, evidentemente, che impattare sulla valutazione di convenienza nell’apertura di un conto deposito, visto e considerato che per giacenze particolarmente elevate l’imposta di bollo sui conti deposito non ha certamente un peso marginale. Insomma, un’altra determinante che dovrebbe impattare sulle tue capacità di valutare quale sia il miglior conto deposito per le tue esigenze: osserva attentamente il regolamento e le condizioni economiche del rapporto per comprendere se vi sia o meno la previsione di tale esenzione, e se il pagamento dell’imposta di bollo a carico della banca sia transitoria o strutturale.
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