Oltre al Bitcoin c’è vita: non solo la criptovaluta più importante, probabilmente, al mondo, da qualche settimana sulla cresta dell’onda e sulle prime pagine dei media un po’ ovunque visto l’exploit registrato ad inizio 2021. Proprio sulla scia di quella crescita, ci sono altre monete che si sono accodate e che stanno ora raccogliendo gli allori.
Le criptovalute presenti sul mercato sono poco meno di 3mila: veramente tante, alcune note altre decisamente meno. Ormai il tema è stato sdoganato, motivo per il quale compaiono sul mercato, con una certa frequenza, sempre nuovi esemplari. Si diceva della crescita esponenziale di alcune di queste: tra le monete virtuali più in ascesa c’è l’Ethereum.
Un nome già noto a chi è abituato a trattare con le criptovalute e che negli ultimi giorni è salito ulteriormente agli onori della cronaca: l’Ethereum è la regina delle altcoin (alternative coin, monete alternative) di questa fase storica, assieme al Bitcoin, con un valore che è schizzato oltre i 1500 dollari. Non a caso una delle parole più ricercate in questi giorni sulla rete è proprio Ethereum valore.
Di base vi è comunque una differenza sostanziale tra Ethereum e Bitcoin: sono le due criptovalute più note al mondo, ma il Bitcoin è a tutti gli effetti una moneta digitale internazionale, ormai accettata un po’ ovunque (perfino su Paypal); viceversa, Ethereum è una piattaforma pubblica blockchain per l’esecuzione di smart contracts decentrati.
L’Ethereum non è in sé una moneta, ma possiede una propria criptovaluta nota come Ether, che esattamente come il Bitcoin è una valuta virtuale che si fonda sul meccanismo della tecnologia blockchain (o catena di blocchi).
In queste settimane anche l’Ethereum ha conquistato le prime pagine dei giornali economici e non solo in virtù del suo valore, costantemente in crescita. Da inizio anno, la criptovaluta ha registrato guadagni pari a circa il 120%, rispetto al 30% del Bitcoin.
Altra grande novità che riguarda questa valuta digitale, a partire dall’8 febbraio i futures sull’Ethereum sbarcheranno sul Chicago Mercantile Exchange, una borsa regolamentata quindi. Fattore che dovrebbe servire, secondo molti analisti, a rafforzare il mercato delle valute virtuali offrendo a chi investe in questo settore una possibilità alternativa al Bitcoin, che oggi raccoglie quasi il totale delle scelte di chi decide di investire in criptovalute.
Una sterzata che contribuirà anche a conferire maggiori sicurezze agli occhi dei trader non professionisti, visto che non sempre le criptovalute sono state inquadrate in un’ottica positiva. Vuoi per la loro natura un po’ sfuggente, vuoi per il fatto di non essere regolamentate, a monte, da alcun organo sovrano come banca o governo centrale.
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