Fin dal 2007 sia il Consiglio dell’Unione Europea, sia il Parlamento Europeo, orientavano gli Stati membri alla necessità di sviluppare un modello di Educazione Finanziaria cooperativo, adeguato per i differenti target di destinatari e che includesse la materia nei curricula scolastici, individuando nella scuola un pilastro fondamentale allo sviluppo del tema.
Da tempo si evidenzia, a tal fine, l’importanza di predisporre un’attività di coordinamento nazionale delle diverse iniziative sparse sul territorio. Recentemente, l’OCSE ha sottolineato quale elemento cruciale all’attuazione concreta di programmi di Educazione Finanziaria, la predisposizione di sistemi di misurazione che ne valutino valore, impatto e utilità, in modo da apportare correttivi per migliorarne l’efficacia nel tempo. Intenzione diventata realtà con la realizzazione da parte del gruppo di lavoro International network on financial education (INFE) di una guida alla valutazione, rivolta a tutti gli attori coinvolti nella progettazione di programmi educativi.
Considerare questi elementi, insieme al programma globale lanciato già dal 2010 dalla Banca Mondiale (Global program for consumer protection and financial literacy) diretto a fornire informazioni semplici per migliorare le buone pratiche a tutela del consumatore, ci dà chiavi di lettura diversa e profonde del significato insito nell’introduzione dell’art. 24-bis nel decreto Salva Risparmio, diventato legge, recante “misure ed interventi intesi a sviluppare l’Educazione Finanziaria, Previdenziale e Assicurativa”.
La prima chiave di lettura è la denominazione data all’Educazione Finanziaria, che include anche i riferimenti Previdenziale e Assicurativa, in ottica globale e in linea con la norma tecnica di qualità UNI ISO 22222:2008. Tale norma definisce, al contempo, le fasi del processo e le modalità del servizio di Pianificazione Finanziaria, Economica, Assicurativa, Previdenziale. Pianificazione possibile solo grazie a un servizio di consulenza globale personalizzato sulle caratteristiche e sui bisogni dei consumatori, da erogare in presenza di determinati requisiti di competenza, professionalità ed etica.
L’articolo 24-bis, poi, prevede l’adozione di un programma per una Strategia Nazionale da attuare grazie a un Comitato nazionale che operi con riunioni periodiche, al quale possano partecipare accademici e esperti della materia. L’interpretazione, a mio avviso, di questo passaggio è da rintracciare nella necessità, non più rimandabile, di raccogliere l’input istituzionale dato da tempo di predisporre una funzione di coordinamento delle iniziative sul territorio nazionale che abbia anche come obiettivo la misurazione e la valutazione dei risultati raggiunti, nel confronto europeo e internazionale.
Infine, diamo uno sguardo alle risorse necessarie. Nel provvedimento si specifica che “agli oneri derivanti dall’attività del Comitato si provvede, nel limite di un milione di euro l’anno a decorrere dal 2017”. Non è tanto importante l’importo stanziato, quanto il fatto che si disciplini un intervento di spesa nazionale di natura continuativa.
In conclusione, si lega l’Educazione Finanziaria, Previdenziale e Assicurativa al concetto di tutela globale del consumatore, confermando l’esigenza di ripristinare la fiducia all’interno del sistema.
In questo senso, finalmente, i programmi educativi in materia diventano meritevoli di tutela giuridica ed economica.
Maria Luisa Visione