Economia

DEF 2017: appuntamento al 10 aprile

Per l’Italia l’attenzione alla crescita e all’occupazione passa necessariamente dalla sostenibilità e dal consolidamento delle finanze pubbliche: obiettivi che, coerentemente al 2016, caratterizzeranno anche il Documento di Economia e Finanza (DEF), atteso per il prossimo 10 aprile.

Ma se la rinnovata esigenza di ridurre il debito pubblico in percentuale del PIL non mancherà, di certo il capitolo riservato al rafforzamento del sistema bancario italiano continuerà ad accompagnarci nei mesi a venire. Così, tra il bollettino ottimistico della BCE sulla revisione al rialzo della crescita dell’Eurozona per quest’anno e la possibile proroga a febbraio 2019 dell’ombrello pubblico delle garanzie sulle cartolarizzazioni delle sofferenze bancarie (GACS), la disciplina di bilancio statale e la volontà di rispettare le regole europee suoneranno il solito ritornello. Quello di ritornare agli albori di un Paese competitivo e punto di riferimento, a livello internazionale. In sintesi, nuovo programma nazionale di riforme in arrivo e correzione dello 0,2% del PIL, come richiesto dalla Commissione Europea, detteranno l’agenda politica.

A mio parere, la sfida più ardua, sarà quella di far tornare i conti anche ai cittadini.

Per questo, la politica economica del Governo per i prossimi tre anni è in cerca di risorse e di risposte. Molte le tematiche calde; ci soffermiamo sulle azioni in cantiere.

Aumentare la Spending Review

Quando si parla di conti la parola d’ordine è spending review. Ovvero tagli in linea con: obiettivi di spesa programmatici triennali e budget ministeriali da rispettare per ogni dicastero; acquisto centralizzato di beni e servizi della Pubblica Amministrazione e gestione ottimale dei flussi in uscita di enti locali e Regioni. La revisione della spesa proseguirà la sua marcia insieme alla disciplina del bilancio pubblico.

Disinnescare l’Iva

Come evitare che scatti la clausola di salvaguardia europea sull’Iva?  L’imposta potrebbe aumentare dal 22% al 25% (ordinaria) e dal 10% al 13% (agevolata). Un tema scomodo per la politica, ancora in cerca di autore.

Riproporre il bonus degli 80 euro

In considerazione dell’arrivo del rinnovo contrattuale per i dipendenti pubblici, che avrà come conseguenza la crescita degli stipendi, il bonus tanto discusso potrebbe essere rivisitato e riproposto a una platea più ampia. L’obiettivo di stimolare i consumi si sposa bene con il consenso politico.

Tagliare il cuneo fiscale 

In Italia da anni si parla della necessità di tagliare la differenza tra il costo del lavoro sostenuto dalle aziende e la busta paga netta percepita dai loro dipendenti. Si stima un intervento che porti alla riduzione del 5% dei contributi da versare per i neo-assunti. Tagliare sì, ma la pressione fiscale.

In attesa di leggere la nuova strategia per la crescita e l’occupazione, probabilmente verrà confermata nel DEF l’attesa di ridurre il rapporto debito/PIL di almeno 10 punti percentuali da qui al 2019.

Per il lavoro, dinamica complessa, si conferma, a livello Italia, un tasso di disoccupazione dell’11,9%. Siena registra per il 2016 il 9,1%, a differenza del 2004 quando il tasso era solo del 3,3% (dati Istat).

Caro DEF, siamo all’appuntamento con il lavoro.

Maria Luisa Visione

Il tasso di disoccupazione a Siena è passato dal 3,3% al 9,1% dal 2004 al 2016.

Tasso di crescita del pil in volume , variazione percentuale rispetto all’anno precedente, Italia 0,9

Tasso di disoccupazione 11,9 Italia

Francesco Laezza

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