”Nessuna novita”’ sul dossier Mps a Bruxelles, e ”no comment” sulla posizione critica del governo italiano verso le richieste dell’antitrust Ue alla banca prima di dare il via libera al piano di ristrutturazione. Secondo quanto riferisce un portavoce della Commissione, l’esame del dossier procede ma non c’e’ nessun elemento nuovo sul tavolo. E la posizione dei servizi del commissario alla concorrenza Joaquin Almunia resta la stessa: il piano di ristrutturazione deve essere migliorato in almeno sei punti, quelli che lo stesso Almunia ha elencato al telefono al ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni il 12 giugno scorso e che sono stati al centro della riunione tecnica a Roma il 14 giugno. In particolare Almunia punta il dito, ritenendola ”gonfiata”, contro la necessita’ di tagliare 5000 posti di lavoro per compensare una perdita di introiti stimata in 320 milioni di euro. E rimprovera all’Italia di non aver preso in considerazioni soluzioni alternative. Altro punto critico, gli stipendi del management. Nelle banche che ricevono aiuti, secondo le regole Ue, gli stipendi dei piu’ alti dirigenti non possono essere superiori di oltre 15 volte il salario medio nazionale. Una disposizione che si deve applicare, ricorda Almunia, fino alla fine del piano di ristrutturazione o fino a quando tutti gli aiuti ricevuti non sono stati rimborsati. Almunia ha spiegato tutte le condizioni in una lettera a Saccomanni il 16 luglio, dove ha ricordato come ”in assenza di sufficienti progressi entro le prossime settimane”, dovra’ proporre alla Commissione ”l’apertura di una procedura d’inchiesta formale” sugli aiuti al gruppo Mps. Lo riferisce l’Ansa.