Economia e cultura della via Francigena

foto di Antonio Cinotti

La seconda edizione delle visite guidate #sienafrancigena (che iniziano domenica 7 giugno) ripropone – al livello più alto – il tema della Grande Siena.
Una piattaforma da sviluppare in senso diametralmente opposto a quanto avvenuto in passato, anche in altre città: non il capoluogo che piega alle proprie esigenze i territori circostanti, ma esattamente l’opposto, cioè il capoluogo che prende consapevolezza delle sue dimensioni troppo ridotte e ha bisogno di impostare un dialogo alla pari con i centri più piccoli per riuscire a realizzare politiche innovative ed efficaci.

E la Via Francigena rappresenta oggi, come ha rappresentato in un passato ormai lontano, l’esempio principale di questa necessità di operare con un respiro ed un orizzonte più ampio, qual è appunto la Grande Siena. Perché il percorso cittadino di circa 4 km., da Porta Camollia fino all’Orto de’ Pecci (con la fondamentale visita al Santa Maria della Scala), non ha un vero senso, né turistico né culturale, se non è inquadrato nella intera lunghezza dell’antica strada verso Roma e verso Gerusalemme, ma anche – per quanto ci riguarda – verso il Nord Europa.

Siena ha oggi più che mai bisogno della Via Francigena come direttrice di sviluppo e non può affrontare questa sfida se cede alla tentazione di rinchiudersi, anche mentalmente, nei propri confini comunali. Solo una Grande Siena, geografica e delle intelligenze, può infatti raccogliere e vincere la sfida che i viandanti della Via Francigena – ogni giorno più numerosi – ci pongono in termini di servizi di accoglienza turistica diretta e di attività economiche e culturali.

Siena sarà fulcro europeo della Francigena se riusciremo ad imporci standard di qualità internazionali in tutto quello che facciamo: a livello di pubblica amministrazione, a livello di università e di centri di ricerca, a livello di attività imprenditoriale in tutte le Terre di Siena. Senza enti, società o livelli intermedi di amministrazione che finirebbero soltanto per drenare risorse finanziarie in maniera parassitaria, ma invece semplicemente non ostacolando, anzi lavorando per incitare le energie migliori del territorio ad affrontare la Via Francigena con le loro idee ed i loro servizi di qualità.

A farsi viandanti loro stessi, per portare ovunque il messaggio della Grande Siena.

Roberto Guiggiani