Il settore delle costruzioni in provincia di Siena rallenta dopo i forti incrementi del 2024. Le imprese restano stabili, ma gli operai diminuiscono e il comparto si assesta in linea con la media regionale. A segnalarlo è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio della Cassa Edile di Siena.
Nel secondo trimestre 2025, le aziende registrate sono 647, con un lieve aumento dello 0,13%. Gli operai attestati calano invece del 2,20% rispetto al semestre precedente, fermandosi a quota 2.745. La massa salari, pari a 38,2 milioni di euro, resta stabile.
“Il comparto continua a reggere dopo il forte sviluppo degli ultimi anni, ma i ritmi di crescita sono ormai più contenuti – sottolinea la Cassa Edile- . La fine delle detrazioni fiscali legate al superbonus e l’attuale incertezza internazionale hanno inciso sul rallentamento”.
Il saldo occupazionale resta positivo: nel primo semestre si contano 1.089 nuovi ingressi e 555 uscite, con 4.904 lavoratori iscritti complessivamente. Oltre la metà della manodopera è composta da stranieri (53%), soprattutto provenienti da Albania (26%), Kosovo (16%) e Romania (14%).
Sul fronte generazionale emergono criticità: gli under 30 sono in calo (616 contro i 629 del 2024), mentre crescono gli over 50, arrivati a 1.390. “La nostra forza lavoro sta progressivamente invecchiando: è sempre più difficile attrarre i giovani, nonostante il trattamento retributivo e formativo del settore”, evidenzia la Cassa Edile.
I cantieri privati restano largamente prevalenti (1.335) rispetto a quelli pubblici (111), con una leggera flessione rispetto al 2024. La parte più consistente degli interventi riguarda le ristrutturazioni civili (43,15%). Diverso l’andamento nel resto della Toscana, dove i fondi PNRR hanno spinto in alto i lavori pubblici fino al 18% delle ore totali.
“Il 2025 si configura come un anno di transizione: occorre favorire l’ingresso dei giovani nei cantieri, rafforzare i lavori pubblici e mantenere la stabilità occupazionale – conclude la Cassa Edile – . Il settore resta un pilastro per l’economia locale, ma servono programmazione e strategie condivise per garantirne lo sviluppo futuro”.