Educazione Finanziaria a scuola: finalmente verso la civiltà e l’equità

Risparmiare non basta: il budgeting e l’educazione finanziaria

Finalmente l’Educazione Finanziaria viene riconosciuta come materia di studio, da apprendere a scuola, per arrivare preparati nella vita e sapersi confrontare con il risparmio e l’investimento, comprendendo il valore del denaro e l’importanza del suo utilizzo consapevole.

Educazione finanziaria, finalmente, come strumento di tutela in tutte le fasi dell’esistenza, che restituisce alle giovani generazioni un diritto fondamentale: proteggersi dai rischi finanziari e imparare a spendere bene il tempo, evitando scelte sbagliate, false promesse di facili guadagni, e costruendo un coinvolgimento attivo nella relazione con gli adulti, all’interno e all’esterno del sistema familiare.

Un passaggio storico che trova nel Disegno di Legge Capitali una svolta, ma che mette le radici da lontano e dal lavoro fatto, almeno negli ultimi dieci anni, dal sistema di welfare promozionale, a cui hanno partecipato Associazioni, Terzo e Quarto settore, operatori di mercato, consulenti finanziari, Ministeri dell’Economia e delle Finanze, del Lavoro, delle Imprese e del Made in Italy, dell’Istruzione e del Merito, Banca d’Italia, Consob, IVASS e Covip. Un lavoro capillare ed incessante che ha preso maggiore forza dal 2017, con l’istituzione governativa del Comitato EDUFIN, la nascita del Mese dell’Educazione Finanziaria e l’affermazione della Global Money Week, anche in Italia.  Pur di colmare il gap negativo di conoscenza ormai diventato un disco rotto all’interno della classifica dei Paesi OCSE.

L’OCSE, dal suo canto, aveva già inserito, nel 2012, l’Educazione Finanziaria tra le materie fondamentali da insegnare nelle scuole, al pari della matematica, delle scienze e della letteratura.

Come si legge nell’Audizione della Direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di Educazione Finanziaria Annamaria Lusardi, del 29 marzo scorso: “La coralità dell’approccio italiano all’Educazione Finanziaria è un punto di forza perché la finanza ci riguarda come lavoratori, come consumatori, ci riguarda come singoli e come società. Ci riguarda anche come cittadini”.

Il fatto di insegnare l’Educazione Finanziaria a scuola ha un significato ancora più ampio perché ripristina, dal mio punto di vista, un rapporto generazionale interrotto, in cui figli e nipoti, non dialogano in famiglia dei soldi, come se essi arrivassero dal nulla, o quasi, senza comprendere che sono uno strumento a servizio della vita, che si scambia reciprocamente per raggiungere quei traguardi che domani identificheranno il nostro futuro e il nostro benessere finanziario.

La scuola riapre questo dialogo permettendo ai giovani di tornare a casa e parlarne “con gli adulti”, e, “agli adulti”.

Come sanno i miei lettori mi occupo di diffondere l’Educazione Finanziaria dal 2012, e questo passaggio storico rappresenta per me un momento di pura felicità.

Un primo passo nella direzione di civiltà ed equità, che la conoscenza finanziaria potrà restituire al futuro di ognuno di noi.

L’altro aspetto è che se ne potrà misurare l’efficacia in maniera costante e continuativa, e “tutti” potranno apprendere che la conoscenza è lo scudo più saldo alla vulnerabilità economica.

Maria Luisa Visione