Educazione finanziaria: come gestire efficacemente il conto economico della famiglia

L’Educazione Finanziaria e le Istituzioni

Quanto è importante saper gestire il conto economico della famiglia?

È fondamentale, perché da tale azione consapevole dipende la sicurezza economica del presente e la progettualità futura.

Nella concezione filosofica del tempo di Socrate “adesso è già passato”, in quanto il “tempo in assoluto” non esiste; ed è proprio nella magia delle azioni continuative del qui e ora che possiamo imparare davvero a gestire bene le nostre finanze personali.

La ragione principale per cui è utile decidere di farlo è che il tenore di vita, quindi, la qualità del nostro vivere quotidiano, è un tema economico che ci riguarderà sempre: non c’è fase dell’esistenza in cui non ci serve comprendere come stiamo gestendo i consumi. Perché? Perché se li gestiamo al meglio generiamo risparmio, e dalla qualità del nostro risparmio dipenderanno tante potenzialità economiche del futuro.

Mettiamo in fila i passi utili per la gestione efficace di entrate e uscite. Dobbiamo prevedere due tempistiche di esecuzione. 

La prima, alla fine dell’anno, con il consuntivo di quanto si è effettivamente incassato e speso. La seconda, invece, all’inizio dell’anno, con la redazione del conto economico previsionale, che si ottiene dai dati dell’anno precedente, guida orientativa dell’andamento potenziale dell’anno in corso, salvo eventi straordinari.

È strategico ripartire sempre entrate e uscite su base mensile, in modo da evidenziare, dalla differenza, se si produce risparmio positivo o negativo, in corso d’anno. 

Per procedere correttamente occorre, poi, ripartire i consumi in “spese essenziali”, cioè quelle che sono “obbligatorie” per il sostentamento della famiglia e per onorare gli impegni finanziari “inderogabili” assunti, e in “spese non essenziali”, ovvero la parte dei consumi su cui riflettere per operare eventuali tagli, al fine di finalizzare con consapevolezza il denaro.

La regola di partenza, guardando ai numeri, è eliminare la presenza di risparmio negativo, altrimenti, il costo sarà attingere, per far fronte ai consumi, alla ricchezza accumulata, se non, addirittura, indebitarsi.

Come farlo? Attraverso la predisposizione di fondi prudenziali di stabilità. La regola iniziale è, quindi, operare eventuali tagli per riportare in equilibrio entrate ed uscite. Se non possiamo farlo, allora dobbiamo attingere alle attività finanziarie che abbiamo a disposizione e mettere in sicurezza il tenore di vita. 

Quale sarà l’importo ideale? Dipende dai numeri, ma orientativamente dobbiamo eliminare qualsiasi segno meno, e per farlo, conteggiare il risparmio negativo massimo generato mese su mese. Tale importo lo metteremo da parte all’inizio dell’anno come salvadanaio a cui attingere per riportare entrate e uscite in equilibrio. Se, invece, non abbiamo produzione di risparmio negativo, allora mettiamo da parte, in liquidità, l’importo che ci protegge per i consumi di almeno 3/6 mesi; per essere più prudenti anche 9/12.

Accorgimento che va incontro a qualsiasi evento inatteso e improbabile, fino al giorno prima. Ne abbiamo avuti diversi di esempi, dalla pandemia al ritorno dell’inflazione. Ed è questo il punto: se pianifichiamo prima, anticipiamo impatti non favorevoli. Diversamente, subiamo qualsiasi tipo di rischio.

Ultimo suggerimento: diamo sempre un nome ai soldi. Come ci insegna il sistema del Mental Accounting sviluppato dall’economista Richard Thaler è un metodo vincente per separare finalità, rischi e denaro da destinare.

Provate a mettere in pratica! Agire serve!

Maria Luisa Visione