Segnali positivi per l’export aretino, che fa segnare un incremento delle vendite all’estero pari al 22% del totale regionale.
Sono questi i dati incoraggianti pubblicati dall’Istat per il primo trimestre dell’anno in corso, secondo cui le esportazioni della provincia di Arezzo si attesterebbero su un valore superiore ai 2,4 miliardi di euro.
Risultato ottenuto soprattutto grazie al settore dell’oreficeria, che, insieme a quello della gioielleria, sembra aver prodotto ottimi risultati, confermando il fondamentale ruolo dell’export aretino sull’intero sistema economico toscano.
Come sottolineato anche dai commenti della Presidente Vicaria della Camera di Commercio di Arezzo-Siena, le vendite estere del territorio aretino, sono state precedute soltanto da quelle della provincia di Firenze, che ha fatto registrare un incremento pari al 38%.
Positive le opinioni sui metalli preziosi, che rappresenterebbero la principale voce dell’export influenzando l’andamento complessivo della provincia: secondo le recensioni il valore delle esportazioni si è attestato nel primo quarto di quest’anno a poco più di 1,2 miliardi di euro, ma sono stati soprattutto i comparti della gioielleria ed oreficeria ad aver conosciuto un boom delle vendite sui mercati stranieri, con un incremento del 27,3% per un valore di circa 559 milioni di euro.
La ripresa della domanda è stata trainata soprattutto dalla Cina e dall’India, di pari passo si registra una crescita di altri comparti del territorio, dai prodotti alimentari alle bevande, fino alla lavorazione dei minerali non metalliferi. Da non sottovalutare anche l’importante boom delle esportazioni della provincia di Siena e, in particolare, del suo settore farmaceutico (+26%).
Le opinioni degli esperti sulle possibilità dell’export italiano e toscano
Che il Made in Italy sia ormai un solido asset è un dato di fatto, confermato anche dalle opinioni delle più note compagnie del comparto export, che si sono espresse più volte in favore della valorizzazione delle eccellenze locali come strategia vincente per guadagnare competitività sui mercati esteri.
Una recensione in particolare, quella di EGOInternational, azienda specializzata nei servizi di internazionalizzazione per le imprese votate all’export, evidenza le innumerevoli opportunità offerte dai mercati in via di sviluppo, dalla Corea del Sud agli Emirati Arabi e Qatar.
L’opinione di EGO International ribadisce come i mercati emergenti e le prospettive offerte in Asia, America Latina, ma anche negli Stati Uniti e in Europa rappresentino un’occasione unica per le piccole e medie imprese del territorio, che, grazie alla qualità dei prodotti regionali, sono sempre più in grado di competere con realtà produttive molto più evolute e arrivare a ritagliarsi una fetta di mercato di grande rilievo e interesse per l’intero territorio nazionale.
Le recensioni, riportate nel blog di EGO International, confermano dunque la predisposizione delle aziende del territorio a vendere prodotti all’estero, contribuendo così a trainare l’intero comparto export della Toscana, che, secondo i dati riportati dalla direzione studi e ricerche di Intesa San Paolo, avrebbe raggiunto i 4,7 miliardi di euro, con una crescita pari a +13,6%.
Il paese più ricettivo sembra essere ancora una volta la Cina, che supera i 75 milioni di euro di esportazioni con un incremento pari al 61,4%, grazie soprattutto ai distretti moda.
Risultato positivi anche i dati di mercati europei come Francia e Germania, confermando il particolare feeling evidenziato più volte da EGO International nelle sue recensioni, in cui i paesi dell’UE, insieme agli Stati Uniti, vengono considerati le nazioni che accolgono più favorevolmente l’export del Belpaese.
L’opinione dell’azienda ci ricorda ancora una volta l’importanza dello studio dei mercati esteri per consolidare il processo di espansione del Made In Italy: se le recensioni di EGOInternational da una parte evidenziano quanto le eccellenze del territorio rappresentino sempre di più la nostra carta vincente, dall’altra rimarcano la necessità di sviluppare competenze specifiche che aiutino ad individuare il mercato di riferimento e i buyer più competenti.
Un processo che richiede la messa a punto di strategie capillari che non possono prescindere dalla profonda conoscenza di diversi elementi, dalla legislazione alle caratteristiche dei mercati di riferimento.