Consentire ai produttori agricoli di intervenire direttamente per difendere le loro colture dagli attacchi dei cinghiali, è una delle richieste contenute nel documento inviato oggi da Coldiretti Toscana al Presidente della Regione Enrico Rossi ed all’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi. Come sta avvenendo in altre regioni, bisogna utilizzare questa opportunità anche in Toscana, che già in una propria legge del 1994 aveva previsto tale possibilità. Nel documento Coldiretti evidenzia, altresì, la necessità di attivare efficaci misure di contenimento dei cinghiali e degli altri ungulati che si sono moltiplicati in modo esponenziale e che, dalle campagne alle città, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini, oltre a distruggere i raccolti agricoli. Per questo è indispensabile velocizzare le procedure che autorizzano gli interventi.
“In Toscana la fauna selvatica, stimata in circa 500mila esemplari (280mila cinghiali, 200mila caprioli, 8mila daini, 4mila cervi), oltre a produrre ogni anno danni milionari alle coltivazioni e a scoraggiare la presenza dell’attività agricola nelle zone montane e più difficili, sono causa di almeno 300 incidenti stradali all’anno – dice Tulio Marcelli presidente regionale”.
Nel provvedimento già adottato da altre Regioni– spiega la Coldiretti – si riconosce nella sostanza la possibilità da parte dei proprietari e conduttori di terreni agricoli di esercitare una “facoltà di legittima difesa” in presenza di minime condizioni che semplificano la precedente procedura burocratica. Tra le condizioni per autorizzare l’intervento – continua la Coldiretti – si richiede in particolare l’accertamento di danni alle colture nei 6 mesi antecedenti la data di presentazione della domanda di autorizzazione (che ha una validità di 12 mesi) e la titolarità di licenza di porto di fucile. Naturalmente – conclude la Coldiretti – l’esercizio di questo tipo d’intervento non vuole essere sostitutivo degli interventi già previsti dalla vigente normativa sia nazionale che regionale. Ed è giusto che venga garantita la tracciabilità per realizzare il monitoraggio e il controllo sanitario.
“A quasi due anni dall’approvazione della legge regionale 10/2016 “legge obiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana” – continua Tulio Marcelli – la situazione, di vera e proprie emergenza, si è ulteriormente aggravata. Non si vedono gli effetti di una gestione “straordinaria” degli ungulati che in tre anni avrebbe dovuto riportare le popolazioni di questi selvatici entro i limiti di sostenibilità per l’agricoltura e l’ambiente”.
“Non è in discussione il valore della legge obiettivo come fanno certe frange del mondo ambientalista e venatorio – ha sottolineato Marcelli – ma l’esperienza di questi mesi dimostra, che di fatto resta inattuata in alcune parti fondamentali”.
“L’attuale situazione di emergenza, denunciata dalle imprese agricole e da tanti cittadini, richiede scelte urgenti e decise da parte della Regione – dice Antonio De Concilio direttore regionale di Coldiretti – e deve essere affrontata con misure davvero incisive, come quella della “legittima difesa” ma anche con lo snellimento delle procedure con la disponibilità dei dati ed il continuo supporto del mondo scientifico. Bene hanno fatto il Presidente Rossi e la sua Giunta – conclude De Concilio – ad insediare una Commissione scientifica e ad adottare una delibera che potrebbe rendere più efficace l’azione su alcuni ungulati che provocano danni a colture pregiate, come quelle viticole, e gravissimi incidenti stradali talvolta mortali e che segnano profondamente ed irreversibilmente la vita delle famiglie”.