Le dichiarazioni della Presidente della BCE Lagarde sul non avere alternative, se non quella di aumentare i tassi di interesse per combattere l’inflazione, non risuonano affatto con la fotografia del carovita delle famiglie, che, invece, l’inflazione la toccano ogni giorno sui consumi e sugli impegni finanziari, in continuo aumento, con impatti reali sulla vita quotidiana.
Far quadrare i conti è sempre più arduo; il recente studio “Inflazione ed e-commerce: abitudini e percezioni degli italiani” (realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Amazon e presentato in Senato) stima che nel 2022 oltre 300.000 famiglie potrebbero cadere in povertà assoluta e che la crescita dei prezzi abbia “bruciato” circa 97,5 miliardi di euro di risparmi degli italiani. In particolare, 9 Italiani su 10 avvertono l’effetto inflazione, e per 7 su 10, oggi è un vero problema.
Ma può bastare modificare le abitudini di acquisto, usufruire di promozioni e sconti, tagliare i consumi non essenziali?
È certo che se non sono solo i prodotti alimentari e i prezzi di carburanti ed energia ad aumentare, ma tutto vola, e come si legge su Ansa, alberghi, hotel e strutture ricettive segnano in città d’arte quali Firenze un rialzo del 43,2% solo nell’ultimo mese, diventa difficile sostenere o mantenere il tenore di vita per qualsiasi persona (Fonte: Analisi Assoutenti su base Istat). Insomma, andare in vacanza sarà piuttosto costoso visti gli aumenti vertiginosi dell’ultimo mese, per citare qualche località rinomata, a Venezia si registra +25,7% e in Sardegna +20,3%.
Non cambia la prospettiva sul fronte acquisto casa: secondo il Rapporto Immobiliare ABI-Agenzia Entrate 2022, a una famiglia media servono 3 anni e 80 giorni di stipendio per comprare casa. Il riferimento alla capacità di accedere delle famiglie è su un costo medio di acquisto di poco più di 152 mila euro per abitazione residenziale. Inoltre, su questa dinamica influisce il mutuo ipotecario che, con il rialzo dei tassi di interesse, diventa sempre più costoso, con la conseguenza di allungare la durata, dimensionare l’obiettivo di finanziamento, o indebitarsi in misura minore.
Non stupisce, allora, che gli acquisti online nel 2023 raggiungeranno i 54 miliardi di euro (Fonte: Indagine dell’osservatorio eCommerce B2c Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano). Per i prodotti si privilegia l’abbigliamento, il beauty e l’informatica (con incrementi di circa il +10%). Tra i servizi, continua la crescita del settore turismo e trasporti (+27% rispetto al 2022) e dei ticket per eventi.
Mentre l’orientamento della BCE guarda alle Banche, e non è da escludere un innalzamento dei requisiti di liquidità a fine anno per i singoli istituti, per le famiglie la diminuzione del potere di acquisto si tocca con mano. Scenario che apre alla necessità di remunerare la liquidità, ma anche a quello di non ridurre troppo la capacità di risparmio. Binomio per niente scontato.
La regola di mettere da parte una quota del reddito prima di consumare per controllare al meglio le spese è sempre la migliore, se non c’è modo di aumentare le entrate.
Ma soprattutto, pianifichiamo il futuro, perché senza pianificazione si gestisce l’urgenza, con il rischio di far scorrere senza benefici il bene più prezioso che è il tempo.
Maria Luisa Visione