In tema di pensioni molte sono le informazioni che, se conosciute, ci supportano verso la gestione del rischio previdenziale e assicurativo. Alcuni ragguagli, frutto di novità normative, possono renderci la vita più semplice e, soprattutto, tornarci utili, all’occorrenza.
L’attuale discontinuità nel lavoro genera la dispersione in diverse contribuzioni: utilizzando gli strumenti giuridici previsti dall’ordinamento in modo corretto si può creare un’unica posizione contributiva e anticipare l’uscita dal lavoro. Tre sono le opportunità disponibili: ricongiunzione, totalizzazione e cumulo.
La ricongiunzione consente di accentrare tutti i contributi diversi in un’unica gestione previdenziale (tranne quelli nella gestione separata Inps), come se da sempre fossero stati acquisiti in essa. Pertanto, le regole di calcolo saranno quelle della gestione accentrante, e, in caso di differenza negativa tra i contributi che si vogliono ricongiungere e quelli dovuti al fondo ricevente, sarà onerosa.
Cumulo e totalizzazione sono gratuiti e, entrambi, consentono di pagare una prestazione costituita da tante quote quanti sono i fondi in cui si è versato durante tutta la vita lavorativa, al perfezionamento di determinati requisiti anagrafici e contributivi.
Ma quando preferire l’uno o l’altro? Non dipenderà solo dal costo.
Se il lavoratore vuole salvaguardare il sistema di calcolo pensionistico avrà convenienza a scegliere il cumulo. L’esempio è quello di chi ha avuto in passato retribuzioni migliori del presente caratterizzato, invece, da redditi decrescenti e precarietà, proprio perché l’istituto del cumulo preserva l’eventuale applicazione del sistema retributivo, migliorando l’importo della prestazione finale. Allo stesso modo, per il lavoratore che ha versato nella gestione separata sarà consigliabile il cumulo e non la ricongiunzione, dal momento che, quest’ultima non permette di recuperare i versamenti della gestione separata, decurtando l’importo dell’assegno finale.
In alternativa, la ricongiunzione sarà vantaggiosa per i liberi professionisti che, in base alle casse dei diversi ordini, hanno regolamenti statutari contenenti requisiti di pensionamento più favorevoli rispetto all’Inps, in virtù dei quali possono beneficiare della liquidazione della prestazione ad un’età o con requisiti contributivi inferiori, rispetto a quelli del sistema pubblico, ricongiungendo nella Cassa professionale. La ricongiunzione, come la totalizzazione, ha anche il vantaggio di non far slittare i periodi assicurativi, quindi è da preferire se si è penalizzati sul versante del quando pensionistico.
Inoltre, in linea di massima, quando ci si trova nella situazione di progressione di carriera negli anni vicini al pensionamento, si sceglierà la ricongiunzione al fine di veder valorizzati anche i periodi contributivi iniziali sulla base della retribuzione degli ultimi anni, maturata nella gestione accentrata. Resterà da valutare solo il costo dell’operazione rispetto all’assegno di importo maggiore che si guadagnerà ricongiungendo.
Infine, è importante sapere che anche i contributi versati in un Paese estero possono essere sommati in regime di cumulo per integrare il requisito contributivo. Vale per i Paesi a cui si applicano i Regolamenti comunitari di sicurezza sociale (cioè i paesi Ue compresa Svizzera e Norvegia) ovvero in Paesi extracomunitari legati all’Italia da Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale che prevedono la totalizzazione internazionale (es. Stati Uniti e Canada).
Maria Luisa Visione