Gsk non dismette, ma ristruttura: è il messaggio che il sindaco di Siena Nicoletta Fabio ha ribadito in consiglio comunale, rispondendo ad un’interrogazione e sottolineando che dai colloqui con i vertici dell’azienda emergono “elementi positivi”, a cominciare dalla conferma degli investimenti e della centralità dei siti di Siena e Rosia.
Un segnale ulteriormente rafforzato dalle comunicazioni della Femca Cisl secondo cui nel 2026 arriveranno infatti 100 stabilizzazioni in organico Gsk di lavoratori oggi in staff leasing, per anni “precari stabili” del sito di Rosia. Un passaggio che il Gian Luca Fè, della sigla regionale, definisce “una soddisfazione per i lavoratori che finalmente verranno inseriti stabilmente”, segnando anche l’avvio di un ricambio generazionale.
Nel frattempo resta alta l’attenzione sulle nuove 24 uscite volontarie aperte da Gsk nell’area ricerca dello stabilimento senese, che hanno alimentato preoccupazione politica e sindacale. Il sindaco Fabio ha chiarito che il quadro è diverso da quello di un disimpegno: “I siti di Siena e Rosia non sono oggetto di cessione e continueranno a essere siti Gsk. Sono confermati cento milioni l’anno di investimenti sulle infrastrutture, Siena resta centro di eccellenza per ricerca e sviluppo, e viene confermato il ruolo del centro Gvgh”. L’azienda ha inoltre assicurato che il nuovo piano industriale dedicato al sito senese sarà presentato agli inizi del 2026.
La stessa procedura di uscite incentivate, ha spiegato Fabio, “è su base volontaria e si inserisce in una trasformazione globale del gruppo”. Trasformazione che riguarda anche Rosia, dove la Femca Cisl aggiorna i numeri del grande Preference to leave aperto negli ultimi mesi: 246 adesioni su 257 previste, un obiettivo praticamente raggiunto. A ciò si aggiunge la decisione dell’azienda di limitare a 2-3 anni la durata futura dei contratti staff leasing, per evitare situazioni protratte oltre un decennio come avvenuto in passato.
A fine intervento l’aula ha registrato anche la voce del Partito Democratico. Il consigliere Alessandro Masi, che ha illustrato l’interrogazione, ha ringraziato per le informazioni ricevute, ma ha rilanciato un segnale d’allarme: “Rimane la preoccupazione, perché con queste nuove e ulteriori ventiquattro uscite volontarie si arriva a perdere in questi due anni comunque circa trecento posti di lavoro sul territorio. È necessario seguire e monitorare con grande attenzione queste evoluzioni, per salvaguardare al massimo l’occupazione, la sua qualità e le ricadute economiche sul contesto locale”.