Quali strumenti giuridici di tutela consentono al risparmiatore di risolvere le controversie finanziarie in maniera stragiudiziale, passando al di fuori dei tempi e delle dinamiche della giustizia ordinaria?
Il tema, cruciale in un momento in cui affidarsi è fondamentale per gestire la complessità dei tempi, viene affrontato ogni anno nella Relazione dell’Arbitro per le controversie finanziarie, un report dettagliato, che restituisce i numeri di tale attività, non sempre conosciuta. Attività utile, dal momento che consente di semplificare i contrasti che possono verificarsi nella relazione fiduciaria tra Intermediario e cliente, dipanando l’idea che sia sempre troppo articolato far presente le proprie ragioni.
Nel 2022 i ricorsi presentati dai risparmiatori sono stati meno rispetto ai due anni precedenti, aspetto da non trascurare. Si è trattato di 1.116 ricorsi, contro i 1.582 del 2021 e i 1.772 del 2020. Ciò vuol dire che il lavoro dell’Arbitro procede e che i ricorsi vengono effettivamente risolti.
Infatti, in termini di risarcimento, parliamo di un riconoscimento ai risparmiatori di 19 milioni di euro, in media circa 30.000 euro pro-capite, con, esattamente, il 57% delle decisioni favorevoli ai ricorrenti, percentuale interessante.
L’Arbitro nasce nel 2009, con l’obiettivo di fornire un canale diretto ai risparmiatori, per essere complementare alla giustizia ordinaria, riducendo costi e tempi di attesa. Diventa uno strumento di tutela, che dà voce a controversie che rappresentano un valore importante per il piccolo risparmiatore e la fiducia nel sistema. Per questo, dall’origine del primo modello nei paesi nordici e in Olanda negli anni ’60, oggi si sono sviluppati, in tutta Europa, modelli analoghi, e non solo nel settore finanziario.
In linea con l’evoluzione delle preferenze, attualmente l’Arbitro sta affrontando anche le controversie legate agli investimenti effettuati sui sistemi di trading online e alle criptovalute.
Inoltre, all’interno della Relazione, prende spazio il tema degli investimenti sostenibili, sempre più argomento di sensibilizzazione e di interesse diffuso.
Guida la logica di partire dall’effettiva esigenza e non dal prodotto, che sia di moda o esito di una scelta inconsapevole, rispetto alle caratteristiche e ai rischi. In tale direzione, torna il tema della propensione al rischio e della sua rilevazione, che si scontra, come in passato, con l’effettiva profilazione e la combinazione con strumenti e prodotti finanziari coerenti.
Sapere che ricorrere all’ACF è gratuito è importante.
Si può presentare il ricorso on line, tramite il sito web dell’ACF, seguendo le specifiche istruzioni operative e previa registrazione sul sito, in modo da accedere all’area riservata con credenziali proprie.
Ricordiamo gli aspetti salienti. Si ricorre quando è stato già presentato un reclamo all’Intermediario, che ha risposto in maniera insoddisfacente oppure non ha risposto nei 60 giorni successivi, e nel termine di un anno dal primo reclamo. La somma richiesta all’intermediario non deve superare i 500.000 euro e non devono essere in corso sugli stessi fatti altre procedure di risoluzione extragiudiziale.
Infine, la controversia deve riguardare operazioni o comportamenti posti in essere entro il decimo anno precedente alla data di proposizione del ricorso.
Buona educazione finanziaria a tutti!
Maria Luisa Visione
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